giovedì 31 dicembre 2015

Crimini economici: in Italia ne è vittima un'azienda su quattro



In Italia un’azienda su quattro è vittima di crimini economici e corruzione,
Un fenomeno che a livello mondiale colpisce un'azienda su tre e che nel nostro Paese, pur restando sotto la media rilevata su base globale, è in costante aumento, complice la crisi e l'impennata del numero delle frodi.
Gran parte delle responsabilità, rileva il Global Crime Survay 2014 di Pwc, sono quasi sempre addebitabili ad un senion manager e il danno arrecato all'impresa colpita spazia da uno a 75 milioni di euro.

Nella fase più cruenta della crisi (2012-2013), dalle cui morse il Belpaese, storicamente statico e poco propenso ad adeguarsi alle trasformazioni economiche e sociali che si registrano su scala globale, esce più lentamente di qualsiasi altro Stato europeo (e non solo), il numero delle frodi è aumentato dal 17% al 23%: un salto che avvicina l'Italia, comunque sotto la media mondiale del 37%, a realtà quali Arabia Saudita, Danimarca, Giappone, Hong Kong/Macao, Perù e Portogallo.
Nel 65% dei casi si tratta di reati di appropriazione indebita, ma aumentano sempre più i casi di cyber-crime e di frodi contabili e principali vittime, secondo gli oltre 5.000 questionari che Pwc ha raccolto in 95 Paesi, sono le aziende manifatturiere (67%), seguite da quelle attive nel settore energia e utilities (43%), logistica e trasporto (40%) e servizi finanziari (28%).

Il frodatore tipo interno è di sesso maschile, con età compresa tra 41 e 50 anni, da più di dieci anni in azienda, che ricopre un ruolo di senior manager e avente un titolo di studio tra diploma di scuola superiore e laurea, mentre quello esterno è, nel 67% dei casi, un cliente.
Oltre ai danni economici diretti, le aziende colpite evidenziano inoltre forti timori per i cosiddetti danni collaterali, non facili da quantificare in termini finanziari ma che pesano soprattutto sulla motivazione dei dipendenti (22%), la reputazione aziendale (17%) e il rischio di sanzioni da parte delle autorità di vigilanza (13%).

sabato 26 dicembre 2015

L'economia criminale: la connotazione economica del crimine



L'economia criminale: la connotazione economica del crimine


- l'analisi del crimine organizzato come impresa; 
- il ruolo cardine del riciclaggio; 
- l'inquinamento finanziario, economico e sociale; 
- le relazioni patologiche con l'economia reale e il mancato sviluppo delle aree dove l'impresa criminale si costituisce e prospera.

domenica 20 dicembre 2015

Operatività in leva: un esempio



Parlando di operatività in derivati abbiamo fatto ricorso al concetto di leva finanziaria, una delle principali caratteristiche di questo mercato e degli strumenti più diffusi oggi in Rete per garantire al piccolo risparmiatore la possibilità di fare trading senza impiegare grosse somme di denaro.
Un semplice esempio può chiarire meglio a cosa ci riferiamo ipotizzando di comprare un contratto che, tra un mese, dà il diritto di acquistare 100 grammi di oro a un prezzo fissato oggi di 4.000 €. 
Se volessimo comprare fisicamente l’oro ci toccherebbe sborsare 4.000 € e aspettare che il prezzo salga per rivenderlo. Se invece decidessimo di ricorrere ai derivati, anziché i 4.000 € ci occorrerebbe soltanto il capitale necessario per comprare il derivato. Ipotizzato 100 € il prezzo del derivato che ci da il diritto di comprare tra un mese 100 grammi d’oro a 4.000 €, se tra un mese il metallo prezioso vale 4.500 €, potremmo comprarlo e rivenderlo immediatamente, realizzando un guadagno di 500 €. Dedotti i 100 € del prezzo del derivato, con 100 € avremmo realizzato così un profitto di 400 €, il 400% dell’investimento effettivo. Gli stessi 500 €, senza ricorrere ai derivati e alla leva finanziaria, li avremmo guadagnati soltanto contro un investimento di 4.000 €, realizzando un profitto del 12,5%.
Se tuttavia l’oro nel frattempo si deprezza, arrivando a quotare 3.500 € alla scadenza del derivato, realizzeremmo invece una perdita pari a 500 €, alla quale sommare i 100 € effettivamente investiti, totalizzando dunque una debacle pari a 600 €, il 600% del nostro investimento.

L’esempio, per quanto elementare, rende l’idea dell’enorme rischiosità a carico dell’investitore e del sistema tutto correlata a questo tipo di funzionamento, perché per quanto sia ormai necessario operare in derivati e leva per garantire liquidità corrente in tutti gli ingranaggi dell’economia, l’utilizzo di leve molto elevate genera, come la storia, anche recentissima, insegna, bolle speculative che quando esplodono non possono che creare enormi buchi (spesso voragini) nei bilanci degli istituti di credito e dunque restrizione dei prestiti alle imprese e crollo dei mercati azionari, i principali canali di finanziamento dell’economia reale, con conseguente riduzione del valore della ricchezza delle famiglie e dei consumi (recessione economica).

Tratto da:

venerdì 18 dicembre 2015

La leva finanziaria




Una delle peculiarità del mercato dei derivati è la possibilità di operare in leva, vale a dire di effettuare un investimento che riguarda un elevato ammontare di risorse finanziare con un capitale effettivamente impiegato contenuto.
La leva finanziaria (leverage) è il rapporto tra il valore delle posizioni aperte ed il capitale investito.
Gli strumenti finanziari derivati consentono all’operatore di acquistare o vendere attività finanziarie per un importo superiore al capitale posseduto e di beneficiare, proprio grazie all’effetto leva, di un rendimento presumibilmente maggiore rispetto a quello che otterrebbe da un investimento diretto nel sottostante.
In altri termini, con un basso investimento, corrispondente, ad esempio, al costo di un’opzione o di un warrant, si ottiene una maggiore partecipazione alla performance dell’attività sottostante rispetto a quanto si realizzerebbe, a parità d’investimento, da un’analoga posizione acquisita sul mercato sottostante.
Ovviamente, così come attraverso l’utilizzo della leva finanziaria è possibile conseguire un rendimento maggiore rispetto a quello derivante da un investimento diretto nell’attività sottostante, è possibile, specularmente, che si possa incappare in perdite molto significative: l’effetto moltiplicatore della leva funziona infatti anche nel caso in cui l’investimento vada male.

lunedì 14 dicembre 2015

Derivati finanziari: Il mercato dei derivati e i contratti più diffusi

Derivati finanziari: Il mercato dei derivati e i contratti più diffusi


- Il mercato dei derivati e i contratti più diffusi. 
- Le origini e l'evoluzione storica. 
- Strategie di copertura e investimento. 
*L'offerta in Rete e la crisi dei subprime.

venerdì 11 dicembre 2015

Mercato dei cambi e Forex: il tasso di cambio



Il tasso di cambio è lo strumento fondamentale per operare sul Forex, il rapporto tra due divise, una al numeratore e l’altra al denominatore.
L’ordine di acquisto o di vendita, per consuetudine internazionale, è relativo alla valuta posta al numeratore.
In concreto, quindi, se si effettua un’operazione di acquisto sul cambio euro/dollaro Usa (eur/usd) vuol dire che si acquistano euro vendendo contestualmente il controvalore in dollari: si parla in questo caso di posizione rialzista (long) eur/usd. Se, viceversa, si vende il cambio eur/usd, si vendono euro e si comprano dollari statunitensi, assumendo una posizione ribassista (short).

Il rapporto di cambio tra due monete può essere identificato in due orientamenti, indicando quante unità di una servono per ottenere un’unità dell’altra o viceversa.
La valuta al numeratore è quella certa, mentre quella al denominatore, la cui quantità è suscettibile alle variazioni del prezzo, è la valuta incerta.
Oggi, per convenzione, l’euro è sempre la valuta certa, è sempre al numeratore del rapporto di cambio: i cambi che riguardano la divisa europea sono quindi quotati indicando quante unità di un’altra valuta occorrono per un euro.
La sterlina è al denominatore contro il solo euro, mentre è al numeratore contro tutte le altre valute.
Il dollaro Usa, invece, è al denominatore contro il dollaro australiano, l’euro e la sterlina, ma è al numeratore contro le restanti valute nazionali.

Prima dell’entrata in vigore dell’euro, la valuta di riferimento sul mercato Forex era il dollaro statunitense e le quotazioni che esprimevano la quantità di divisa locale necessaria per acquistare o vendere un dollaro erano definite ‘incerto per certo’. Viceversa, erano definite ‘certo per incerto’ se esprimevano la quantità di dollari Usa necessari per un quantitativo di divisa locale, una prassi ancora in auge per alcune quotazioni contro la divisa statunitense come quelle del dollaro australiano, di quello neozelandese e della sterlina inglese.
Dall’avvio dell’euro, tuttavia, tutte le valute, dollaro incluso, sono di prassi quotate come quantità di divisa necessaria per acquistare o vendere un euro e le quotazioni sono definite dunque di tipo ‘certo per incerto’: un cambiamento che esprime l’importanza e la forza della moneta che rappresenta l’economia potenzialmente più stabile su scala mondiale, quella della vecchia Europa.


Tratto da:

Valute e Forex: il mercato dei cambi

lunedì 7 dicembre 2015

Valute e mercato dei cambi: cos'è il Forex



Le transazioni sul mercato dei cambi hanno raggiunto volumi altissimi.
Lo scambio di moneta è una prerogativa del sistema economico mondiale, incentrato su continue e fittissime transazioni quotidiane attraverso il Forex, divenuto, a seguito dell’adozione di un sistema di cambi flessibili su base internazionale decretata dagli Usa nel 1974, il mercato più liquido, e speculativo, al mondo, capace di generare un giro d’affari quotidiano superiore ai 4 trilioni di dollari Usa.
Forex sta per FOReign EXchange, il mercato in cui si scambiano le diverse valute mediante un tasso di cambio, vale a dire il meccanismo con il quale si stabilisce il valore di una divisa in termini di un’altra.
L’importanza di questo mercato interbancario si basa sull’assunto che ogni transazione economico/finanziaria che coinvolge operatori di diversi Paesi (e moneta) deve necessariamente passare attraverso l’acquisto e la vendita delle rispettive valute.
Le ingenti masse di liquidità che questo sistema di scambi (funzionante 24/24 h) assicura, inoltre, hanno negli anni spinto sul Forex sempre più operatori attratti soprattutto dalle opportunità di speculazione pura che potenzialmente i grossi flussi finanziari in valuta consentono, al punto che oggi le operazioni sulle divise svincolate dai flussi commerciali rappresentano ben il 90% del totale degli scambi.


mercoledì 2 dicembre 2015

lunedì 30 novembre 2015

Parigi: al via la XXI Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici

Partita la XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
In una capitale blindata, nel Parc des Expositions Paris le Bourget stamane i leader del Pianeta, dopo la cerimonia inaugurale presieduta dal presidente della Repubblica Francese François Hollande e dal Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e la nomina del ministro degli Affari esteri francese Laurent Fabius a presidente della Conferenza, hanno iniziato il confronto per raggiungere quell’intesa “storica” sulle emissioni inquinanti da più parti attesa e, ultimamente, data quasi per certa.

L’obiettivo della dodici giorni di Parigi, ricordiamolo, è quello di raggiungere un accordo definitivo e vincolante per rispettare entro la fine del secolo il limite entro il quale contenere l’aumento della temperatura terrestre, quel +2°C rispetto ai livelli preindustriali proposto alla conferenza sui cambi climatici del 2009 a Copenaghen e confermato l’anno successivo a quella di Cancun.

martedì 17 novembre 2015

Marriott compra Starwood: nasce il nuovo leader mondiale degli alberghi

Con l’acquisto da parte di Marriott della rivale Starwood per 12,2 miliardi di dollari reso noto ieri arriva il nuovo colosso mondiale dell’ospitalità, con 5.500 hotel distribuiti in 30 marchi, oltre un milione di camere e una quota di mercato combinata negli Stati Uniti del 14% (10% Marriott e 4% di Starwood).
Un’integrazione che secondo le due società non dovrebbe creare problemi con l’antitrust Usa e che conferma anche nel settore alberghiero quella tendenza alle fusioni e acquisizioni che sta caratterizzando l’intera economia globale.

Per ogni azione Starwood, valutata 72,08 dollari, è previsto il pagamento di 0,92 azioni Marriott e due dollari in contanti.
Il pagamento in azioni ammonterà a 11,9 miliardi di dollari, ai quali vanno aggiunti 340 milioni in contanti, e l’operazione, con la quale Marriott conta di incrementare gli utili già dal secondo anno, dovrebbe completarsi entro la metà del 2016.

lunedì 16 novembre 2015

G20: i finanziamenti all’Isis secondo Putin

«Ne ho parlato con i miei colleghi. Spero che continueremo questo lavoro estremamente importante per la lotta al terrorismo».
È toccato al presidente russo Putin affrontare il tema del finanziamento del terrorismo al vertice del G20 di ieri ad Antalya, Turchia.
«Come abbiamo convenuto, i finanziamenti provengono da 40 Paesi, tra cui alcuni sono membri del G20», ha riferito ai giornalisti, e «abbiamo discusso la necessità dell'attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che è passata su iniziativa della Russia, sulla prevenzione del finanziamento del terrorismo e sulla prevenzione del commercio illegale di opere d'arte che i terroristi saccheggiano nei territori occupati».


«Inoltre, ho anche mostrato ai colleghi le nostre immagini scattate dallo spazio e dei piani che mostrano chiaramente la portata che il commercio illegale di petrolio e prodotti petroliferi acquisisce: convogli di trasportatori di greggio che si estendono per decine di chilometri », ha poi riferito Putin evidenziando come il commercio clandestino di petrolio costituisca un’importante fonte di reddito per l’Is.
Secondo una recente analisi del Financial Times, dalla vendita del greggio estratto nei territori siriani e iracheni sotto il suo controllo il califfato incasserebbe circa 1,5 milioni di dollari al giorno.

giovedì 12 novembre 2015

A piedi sul lago d’Iseo per due settimane: con Christo si può


Christo torna in Italia a 40 anni dalla sua ultima istallazione ma con tanta voglia di sorprendere.
L’artista ottantenne, tra i maggiori esponenti della land art, dal 18 giugno al 3 luglio 2016 collegherà Monte Isola alle sponde del lago d’Iseo grazie ad una passerella di 3,5 chilometri in polietilene ad alta intensità.
A più di 40 anni dall’imballaggio della Porta Pinciana a Roma (1974), annoverata tra le sue principali realizzazioni, Christo Vladimirov Yavachev cercherà di stupire di nuovo in Italia con il monumentale “The Floating Pier”, un ponte fluttuante di 200mila cubi in polietilene rivestito di 70mila metri quadrati di tessuto giallo a trama fitta che per 16 giorni collegherà Monte Isola, l’isola salmastra più grande d’Europa, alla terraferma.
Un circuito pedonale di 3,5 chilometri fatto di materiale rimovibile e riciclabile con il quale «sembrerà di camminare sull’acqua», come ha riferito l’artista di origini bulgare che fino ad ora ha messo insieme 10 milioni di euro per la realizzazione dell’opera (ma che «è come un figlio, non si può prevedere un budget per vederlo crescere»).


Le passerelle, prodotte da un’azienda della zona, partiranno da Sulzano in direzione Monte Isola e da questa si svilupperanno verso l'Isola di San Paolo.
Il lago d’Iseo (Sebino), ha chiarito Christo, che nel 2009  ha perso la moglie e inseparabile collaboratrice Jeanne-Claude, è stato scelto dopo vari sopralluoghi tra il lago Maggiore, quello di Garda e il lago di Como, risultando all’artista «il più entusiasmante», anche perché privo di collegamenti e percorribile solo con traghetto.
I pontili saranno larghi 16 metri, profondi 50 centimetri e fissati al fondale con 200 ancore.
20mila presenza al giorno e una forte spinta al turismo estivo le stime degli operatori turistici locali.
Imponenti i piani di sicurezza, viste le oscillazioni del livello del lago durante la primavera inoltrata (periodo in cui le acque sono impiegate per l’irrigazione delle zone circostanti). 





















domenica 8 novembre 2015

Expedia compra HomeAway per 3,9 miliardi e lancia la sfida ad Airbnb

Expedia compra il noto sito di annunci di case da vacanze in affitto HomeAway per 3,9 miliardi di dollari e lancia la sfida ad Airbnb, altro colosso del settore.
Dopo l’acquisto della rivale Orbitz Worldwide per 1,6 miliardi di dollari, la società quotata sul Nasdaq si lancia ora in un mercato, quello delle stanze e case in affitto, stimato dalla stessa circa 100 miliardi di dollari e ad alto potenziale di crescita.
L’operazione, annunciata mercoledì 4 novembre a mercati chiusi, prevede un prezzo di 37,86 dollari per azione ed un premio del 18% rispetto all’ultimo prezzo del titolo HomeAway (che nel dopo mercato, arrivata la notizia, ha messo a segno un rialzo del 21% toccando quota 39 dollari), e dovrebbe completarsi entro il primo trimestre del prossimo anno.
Essa segue, oltre alla recente acquisizione di Orbitz, quelle dello scorso anno di Travelocity (per 280 milioni) e del big australiano Wotif.

sabato 7 novembre 2015

Dieselgate Volkswagen: pagheremo noi l’extrabollo

Il gruppo Volkswagen è pronto a pagare il conguaglio di eventuali sovrattasse per le vetture divenute inquinanti a seguito delle irregolarità riscontrate nell’emissione di anidride carbonica.
A comunicarlo il colosso di Wolfsburg mercoledì scorso 4 novembre, quando ha reso noto di aver rilevato livelli di CO2 superiori ai limiti dichiarati dall’azienda (e utilizzati dal Fisco per il calcolo del bollo auto).
Ai “test taroccati” e al conseguente scandalo delle emissioni di ossidi di azoto fuori norma si aggiunge ora il problema dell’evasione fiscale legato all’inquinamento da anidride carbonica, che l’azienda automobilistica vorrebbe subito risolvere.

Le norme violate in materia di emissioni di anidride carbonica contribuiscono da almeno dieci anni ad orientare gran parte degli Stati europei nella tassazione delle vetture, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 i livelli di  riduzione di CO2 fissati in ambito Ue.
Quando i nuovi test sulle vetture del gruppo confermeranno ufficialmente un livello di anidride carbonica superiore a quello dichiarato fino ad oggi scatterà l’obbligo di pagare la differenza della tassa ricalcolata sui nuovi valori.
«Il gruppo Volkswagen garantirà il conguaglio di eventuali maggiori tasse», ha scritto Matthias Muller, ceo di VW, ai ministri delle Finanze dei 28 Paesi Ue, chiedendo che il conto venga inviato direttamente alla casa automobilistica.
Curioso capire come avverrà di fatto il pagamento, viste le diverse leggi nazionali vigenti in materia di tassazione in generale, tasse auto e legame tra queste e le emissioni di CO2 (e non solo).

giovedì 5 novembre 2015

Candy Crush è della Activision Blizzard per 6 miliardi di dollari

Activision Blizzard, colosso Usa leader mondiale nel settore dei videogiochi nato dalla fusione di circa otto anni fa tra Activision (autrice tra gli altri del leggendario Call of Duty e di World of Warcraft) e Blizzard Entertainment, ha ufficializzato l’acquisto della concorrente britannica King Digital Entertainment, proprietaria dei diritti del celebre Candy Crush Saga e guidata dall’italiano Riccardo Zacconi, uno dei fondatori.

Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 5,9 miliardi di dollari (5,4 miliardi di euro), 18 dollari per ogni azione della King, valore superiore del 16% quello quotato in borsa, e l’obiettivo dichiarato dell’acquisto record per Activision, tra i primi produttori al mondo di videogame per console, è quello di allargare il mercato di utenti entrando da protagonista nel mondo dei giochi su smartphone e tablet e raggiungere un pubblico, in aumento secondo l’azienda Usa e fatto soprattutto di donne, che non ha bisogno di acquistare una console per giocare.
photo credit: Sound engineer -crushed by candy : St Albans fashion Week via photopin (license)

lunedì 2 novembre 2015

Il mercato del lusso continua a crescere

Il mercato del lusso continua a crescere, in misura moderata ma costante, confermando il suo trend positivo iniziato nel 2010 e superando quest’anno la soglia dei 1.000 miliardi di euro di valore globale.
Dai dati sull’andamento del comparto presentati a fine mese dall’Osservatorio Altagamma, che per la prima volta ha inserito il settore dell’Arte nella sua consueta analisi annua, la crescita dei consumi di prodotti di fascia alta sul 2014 a fine anno sarà, a cambi correnti, del 13%, pari ad un valore totale di 253 miliardi di euro. In termini reali l’aumento del 2015 si attesterà intorno al 2%.
Un dato positivo nonostante la contrazione della domanda asiatica, condizionata soprattutto dalla debolezza della Cina, primo Paese al mondo in fatto di consumi del lusso (31% del mercato mondiale), e la mancata crescita di quella americana (0%), favorito principalmente dalla corsa al lusso del Giappone (+9%) e dalla crescita a tassi costanti dell’Europa (+5%).


Tra i canali di vendita allunga il retail, ormai al 34% del totale mercato (+20% sul 2014). In deciso aumento anche i canali online (+40%) e outlet (+35%), mentre è la gioielleria la categoria di prodotto che corre più delle altre (+6%), seguita dalle calzature (+4%). Colpisce il calo degli orologi (-6%).
Per il 2016 la Fondazione Altagamma stima una crescita moderata per tutti i settori: Abbigliamento +3%, Art de la Table +2%, Accessori +4%, Hard Luxury +3%, Profumi e cosmetica +4%.
Previsti in crescita (a cambi costanti) anche i mercati: Europa +4%, Giappone +5%, Nord America + 3%, America Latina +1%, Medio Oriente, “frenato” dalla contrazione del turismo dalla Russia, +3%.

venerdì 30 ottobre 2015

Quanto piace Poste Italiane all'estero

Quasi tre miliardi e mezzo di euro nelle casse dello Stato e domanda di azioni arrivata a 3,35 volte l’offerta in generale e 3,6 quella destinata agli investitori istituzionali (1,134 miliardi di azioni contro i 304 milioni riservati ad essi).
L’Ipo di Poste Italiane del 27 ottobre ha confermato il grande interesse degli investitori esteri alle azioni della più grande infrastruttura in Italia.
Dei 190 fondi ammessi al mercato libero (a fronte di 380 richiedenti), il 94% sono infatti stranieri, tanti, come i fondi sovrani cinesi China Investiment Corporation e SAFE, il Kuwait Investment e i grandi fondi Usa Blackrock e George Soros, decisamente intenzionati ad allargare la propria partecipazione nel capitale dell’azienda.


La quotazione di Poste Italiane ha riguardato il 38,2% del capitale societario, 453 milioni di azioni al prezzo di 6,75 euro l’una.
Il tetto alla partecipazione azionaria è stato fissato al 5%.
Quote importanti sono state destinate ai dipendenti delle Poste e ai piccoli risparmiatori del retail con il chiaro intento di favorire la formazione di un’area di azionariato popolare.

lunedì 26 ottobre 2015

Dieselgate: la rivincita di Toyota, di nuovo leader mondiale dell’auto

Toyota di nuovo leader mondiale del mercato auto.
Nei primi nove mesi dell’anno il colosso nipponico ha reso noto di aver venduto nel mondo 7,498 milioni di autovetture (-1,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), compresi i modelli degli altri marchi del gruppo Daihatsu e Hino.
Scalzata dal vertice del podio Volkswagen (Volkswagen, Seat, Skoda e Audi), come già accaduto ai principi del 2015 su dati relativi al 2014, ferma a 7,43 milioni di vetture vendute.
Nell’ultimo mese della rilevazione il colosso di Wolfsburg, leader mondiale del settore nei primi sei mesi dell’anno con 5,4 milioni di vetture vendute contro i 5,02 di Toyota, ha scontato anche l’effetto Dieselgate, scoppiato a fine settembre e destinato nei prossimi mesi a produrre effetti ben più marcati sulle vendite e sui risultati economici di Volkswagen.
Terza, stabile con 7,2 milioni di vetture vendute, General Motors.

Toyota, secondo l’Advanced Research Japan e gran parte della stampa, sarebbe destinata a chiudere il 2015 ancora al primo posto, come avvenuto negli ultimi tre anni e dal 2008 al 2010, prima che lo tsunami in Giappone e le inondazioni in Tailandia del 2011 decretassero il ritorno al vertice della General Motors, a sua volta leader mondiale fino al 2007.
Difficile, e riduttivo, tuttavia sostenere che la riconquista dello scettro sia stata orientata principalmente dal Dieselgate: lo scandalo che ha coinvolto per ora il solo colosso tedesco è scoppiato soltanto nella seconda metà di settembre, quindi gli effetti negativi sulle vendite VW si potranno contare sul serio in quest’ultimo trimestre, e la casa nipponica, dallo tsunami in poi, ha messo in piedi tutta una serie di strategie commerciali che non hanno lasciato di certo indifferenti i consumatori (non ultime le offerte relative ai modelli ibridi, sia business che ad uso strettamente privato, che ne hanno sancito un grande successo di vendite).

Lato Volkswagen, inoltre, la situazione sembra ulteriormente aggravarsi. Al ritiro dei modelli incriminati e alla serie di class action già lanciate per la truffa dei test “taroccati” sulle emissioni va aggiunta una nuova tegola che rischia di coinvolgere anche i vertici Ue: il riferimento è alla rivelazione del Financial Times di fine ottobre secondo cui già nel 2013, due anni prima che le autorità statunitensi svelassero i trucchi messi in atto dal colosso tedesco per "taroccare" le emissioni, l’allora commissario Ue all'Ambiente, lo sloveno Janez Potocnik, aveva segnalato a Bruxelles che le aziende del comparto auto stavano “giocando d'azzardo” con i test Ue sulle emissioni. Ma la commissione Barroso non fece nulla per approfondire l’allarme, almeno ufficialmente, lasciando anzi in vigore le regole che hanno consentito ai produttori i test-truffa fino al 2017.

sabato 24 ottobre 2015

Netflix è arrivato anche in Italia: come utilizzarlo

Netflix, il popolare servizio di streaming online Usa, ha fatto il suo ingresso in Italia nella notte tra il 21 e il 22 ottobre.
Per usufruire del catalogo di film, serie tv, documentari e cartoni di Netflix, tutti on-demand, è necessario, oltre all’abbonamento, un dispositivo che supporti le tecnologie del servizio: ad oggi una smart tv compatibile, una normale console da gioco come Xbox, PlayStation e Nintendo Wii U, lettori Blu-Ray, box tv dedicati, Apple Tv, Chromecast, i vari dispositivi mobili come smartphone e tablet o semplicemente un pc collegato ad un televisore con cavo Hdmi.

Tre le formule di abbonamento proposte dal servizio, che offre la possibilità di usufruire di un mese gratis: l’offerta “base” da 7,99 euro, per usufruire di contenuti in qualità standard da un solo dispositivo, quella “standard” da 9,99 euro, contenuti in Full HD e fruibili su due dispositivi a scelta, e l’abbonamento “premium” da 11,99 euro, che offre contenuti in 4K accessibili contemporaneamente da quattro dispositivi diversi.
photo credit: Fly Home, Netflix via photopin (license)

lunedì 19 ottobre 2015

È la Cina il mercato più importante per i videogiochi

È la Cina il mercato più importante al mondo per i videogame.
Con un fatturato di 22,2 miliardi di dollari il Dragone ha scalzato gli Usa, fermi a 21,6 miliardi, dal vertice del mercato mondiale dei videogiochi.
I primi 20 Paesi, dati Newzoo, valgono in totale 83 miliardi di dollari e rappresentano il 90% del mercato.
Nei primi dieci posti di questa speciale classifica troviamo, nell’ordine, Cina (22,2 miliardi di dollari), USA (21,9), Giappone (12,3), Corea del Sud (4,0), Germania (3,6), UK (3,5), Francia (2,4), Canada (1,8), Spagna (1,56) e, in decima posizione, l'Italia (1,50 miliardi di dollari).
In Cina, nello specifico, domina il formato PC e il segmento su applicativi mobili cresce molto velocemente.

martedì 29 settembre 2015

Il riporto di Borsa

Il riporto di Borsa è un contratto con il quale il riportato trasferisce al riportatore un certo numero di titoli impegnandosi a riacquistarli allo stesso prezzo più gli interessi il mese successivo.
E’ un’operazione che consente allo speculatore rialzista di rinviare di un mese l’impegno a pagare i titoli acquistati, nell’attesa del rialzo delle quotazioni degli stessi. Se alla scadenza l’andamento dei corsi non rientra nelle previsioni sperate e lo speculatore è ancora convinto delle sue stime rilaziste, tramite il riporto differisce la vendita dei titoli, cedendoli temporaneamente ad una banca in cambio del denaro necessario per la copertura degli stessi, per riacquistarli a fine periodo al prezzo concordato con la stessa banca e beneficiare, così, dell’eventuale rialzo sperato del loro prezzo.


I soggetti che invece prendono titoli a riporto sono speculatori al ribasso.
Un operatore ribassista vende a termine titoli (azioni, obbligazioni convertibili e warrant quotati o negoziati in mercati regolamentati) allo scoperto, nell’ottica di poterli comprare, prima della scadenza del contratto, ad un prezzo inferiore. Se le aspettative sull’andamento di mercato dei titoli sono disattese, lo speculatore ribassista, specularmente a quello rialzista convinto delle sue stime, può mantenere la propria posizione prendendo a riporto i titoli di cui ha bisogno e saldando le posizioni in scadenza.

giovedì 24 settembre 2015

Pronti contro termine

L’operazione pronti contro termine, o vendita con patto di riacquisto, è uno strumento di finanziamento a breve termine consistente in un prestito di denaro a fronte di un prestito di titoli a reddito fisso (titoli di Stato, di norma).
Si realizza vendendo temporaneamente titoli ad un investitore ad un prezzo determinato sulla base del loro valore di mercato (‘operazione a pronti’), che alla scadenza vengono restituiti dietro pagamento di un ‘prezzo di riacquisto’ prefissato e superiore alla liquidità ricevuta con il primo scambio (‘operazione a termine’).
Così i possessori dei titoli riescono ad ottenere un finanziamento (l’operazione può avere una durata che va da una settimana a pochi mesi) senza perderne la proprietà definitivamente e gli investitori un profitto dato dalla differenza tra il flusso monetario in uscita, il primo, e quello in entrata, maggiore, il secondo.

Il pronti contro termine è un’operazione utilizzata principalmente dalle banche e dalle imprese per riequilibrare gli squilibri di liquidità, in eccesso o in difetto.
E’ inoltre lo strumento a cui fanno ricorso le istituzioni monetarie (la Bce per l’Europa) per influenzare la liquidità sul mercato e, di conseguenza, il livello dei tassi di interesse, legato alla prima da una relazione di proporzionalità inversa.

lunedì 21 settembre 2015

Commercial paper


La commercial paper, sebbene spesso l’espressione venga usata come sinonimo di polizza di credito commerciale, è propriamente uno strumento del mercato monetario introdotto in Italia con l’istituzione della cambiale finanziaria, alla quale può essere invece assimilato. Essa, a differenza della polizza di credito commerciale, è infatti un titolo di credito rappresentato da un documento costituito da un pagherò cambiario.
Nel nostro Paese questo strumento fino ad ora non ha riscontrato molto successo.
Sono ricorsi ad esso soprattutto grandi imprese e banche, servendosi però, per la loro emissione, del mercato Usa.

venerdì 18 settembre 2015

Le cambiali finanziarie

La cambiale finanziaria è un titolo di credito all’ordine equivalente al pagherò cambiario. Con essa l’emittente si impegna a versare al beneficiario una certa somma ad una data prefissata.
E’ emessa in serie con valore minimo di 50mila euro e scadenza non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno.

La cambiale finanziaria, strumento di finanziamento alternativo alle accettazioni bancarie (poco adoperate), alle polizze di credito commerciale e alle obbligazioni, è stata introdotta nel nostro mercato monetario nel 1994.
A differenza della polizza di credito commerciale, essa incorpora il diritto sottostante: il documento che la rappresenta corrisponde infatti ad un pagherò cambiario, non dunque ad una lettera di riconoscimento del debito come per la polizza di credito commerciale, segue la stessa normativa delle cambiali ordinarie e ciò la rende un titolo di credito facilmente negoziabile.

Il ricorso alle cambiali finanziarie per la raccolta di risparmio tra il pubblico è consentito solo alle società e agli enti i cui titoli siano quotati in un mercato regolamentato o che abbiano fatto registrare un utile negli ultimi tre esercizi.
Essendo strumenti finanziari, l’offerta è consentita soltanto ai soggetti abilitati secondo la normativa regolante l’offerta fuori sede.
L’emissione di cambiali finanziarie non può superare con quella di obbligazioni (rispetto alle quali hanno una durata più breve) il valore del capitale versato ed esistente sulla base dell’ultimo bilancio approvato.

venerdì 11 settembre 2015

Un percorso sopra e sotto il cielo: il Sentiero degli Dei


Una “passeggiata” da Agerola a Positano toccando il paradiso.
Da Bomerano, frazione di Agerola, un paesino sulle colline della Costiera Amalfitana noto in zona soprattutto per la produzione di fiordilatte, a Nocelle, frazione di Positano alle pendici del Monte Pertuso.
E da qui giù fino alla località Arienzo, dove è possibile fare anche un bagno e decidere se spingersi a Positano o prendere un pullman per tornare alla località di partenza.

All'inizio un percorso in discesa, poi il sentiero, dalla fontana dove incrocia la mulattiera che sale da Praiano (da qui si nota il Convento di San Domenico), diventa tortuoso, alterna salite e discese che richiedono attenzione e panorami “mari e monti” da mozzafiato, dal Vallone Grarelle all’isola di Capri, dalla Costiera Amalfitana alla coloratissima Positano.
Per finire a località Nocelle, dove decidere se utilizzare l’autobus o percorrere a piedi 1500 scalini e raggiungere la località Arienzo e qui, altri 300 gradini, la spiaggia o, a circa un chilometro, il centro di Positano (o entrambe, se estate).
Cinque o sei ore di cammino “sopra e sotto il cielo” con tanti motivi per sostare e varianti anche meno faticose (3 ore).