venerdì 30 ottobre 2015

Quanto piace Poste Italiane all'estero

Quasi tre miliardi e mezzo di euro nelle casse dello Stato e domanda di azioni arrivata a 3,35 volte l’offerta in generale e 3,6 quella destinata agli investitori istituzionali (1,134 miliardi di azioni contro i 304 milioni riservati ad essi).
L’Ipo di Poste Italiane del 27 ottobre ha confermato il grande interesse degli investitori esteri alle azioni della più grande infrastruttura in Italia.
Dei 190 fondi ammessi al mercato libero (a fronte di 380 richiedenti), il 94% sono infatti stranieri, tanti, come i fondi sovrani cinesi China Investiment Corporation e SAFE, il Kuwait Investment e i grandi fondi Usa Blackrock e George Soros, decisamente intenzionati ad allargare la propria partecipazione nel capitale dell’azienda.


La quotazione di Poste Italiane ha riguardato il 38,2% del capitale societario, 453 milioni di azioni al prezzo di 6,75 euro l’una.
Il tetto alla partecipazione azionaria è stato fissato al 5%.
Quote importanti sono state destinate ai dipendenti delle Poste e ai piccoli risparmiatori del retail con il chiaro intento di favorire la formazione di un’area di azionariato popolare.

lunedì 26 ottobre 2015

Dieselgate: la rivincita di Toyota, di nuovo leader mondiale dell’auto

Toyota di nuovo leader mondiale del mercato auto.
Nei primi nove mesi dell’anno il colosso nipponico ha reso noto di aver venduto nel mondo 7,498 milioni di autovetture (-1,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), compresi i modelli degli altri marchi del gruppo Daihatsu e Hino.
Scalzata dal vertice del podio Volkswagen (Volkswagen, Seat, Skoda e Audi), come già accaduto ai principi del 2015 su dati relativi al 2014, ferma a 7,43 milioni di vetture vendute.
Nell’ultimo mese della rilevazione il colosso di Wolfsburg, leader mondiale del settore nei primi sei mesi dell’anno con 5,4 milioni di vetture vendute contro i 5,02 di Toyota, ha scontato anche l’effetto Dieselgate, scoppiato a fine settembre e destinato nei prossimi mesi a produrre effetti ben più marcati sulle vendite e sui risultati economici di Volkswagen.
Terza, stabile con 7,2 milioni di vetture vendute, General Motors.

Toyota, secondo l’Advanced Research Japan e gran parte della stampa, sarebbe destinata a chiudere il 2015 ancora al primo posto, come avvenuto negli ultimi tre anni e dal 2008 al 2010, prima che lo tsunami in Giappone e le inondazioni in Tailandia del 2011 decretassero il ritorno al vertice della General Motors, a sua volta leader mondiale fino al 2007.
Difficile, e riduttivo, tuttavia sostenere che la riconquista dello scettro sia stata orientata principalmente dal Dieselgate: lo scandalo che ha coinvolto per ora il solo colosso tedesco è scoppiato soltanto nella seconda metà di settembre, quindi gli effetti negativi sulle vendite VW si potranno contare sul serio in quest’ultimo trimestre, e la casa nipponica, dallo tsunami in poi, ha messo in piedi tutta una serie di strategie commerciali che non hanno lasciato di certo indifferenti i consumatori (non ultime le offerte relative ai modelli ibridi, sia business che ad uso strettamente privato, che ne hanno sancito un grande successo di vendite).

Lato Volkswagen, inoltre, la situazione sembra ulteriormente aggravarsi. Al ritiro dei modelli incriminati e alla serie di class action già lanciate per la truffa dei test “taroccati” sulle emissioni va aggiunta una nuova tegola che rischia di coinvolgere anche i vertici Ue: il riferimento è alla rivelazione del Financial Times di fine ottobre secondo cui già nel 2013, due anni prima che le autorità statunitensi svelassero i trucchi messi in atto dal colosso tedesco per "taroccare" le emissioni, l’allora commissario Ue all'Ambiente, lo sloveno Janez Potocnik, aveva segnalato a Bruxelles che le aziende del comparto auto stavano “giocando d'azzardo” con i test Ue sulle emissioni. Ma la commissione Barroso non fece nulla per approfondire l’allarme, almeno ufficialmente, lasciando anzi in vigore le regole che hanno consentito ai produttori i test-truffa fino al 2017.

sabato 24 ottobre 2015

Netflix è arrivato anche in Italia: come utilizzarlo

Netflix, il popolare servizio di streaming online Usa, ha fatto il suo ingresso in Italia nella notte tra il 21 e il 22 ottobre.
Per usufruire del catalogo di film, serie tv, documentari e cartoni di Netflix, tutti on-demand, è necessario, oltre all’abbonamento, un dispositivo che supporti le tecnologie del servizio: ad oggi una smart tv compatibile, una normale console da gioco come Xbox, PlayStation e Nintendo Wii U, lettori Blu-Ray, box tv dedicati, Apple Tv, Chromecast, i vari dispositivi mobili come smartphone e tablet o semplicemente un pc collegato ad un televisore con cavo Hdmi.

Tre le formule di abbonamento proposte dal servizio, che offre la possibilità di usufruire di un mese gratis: l’offerta “base” da 7,99 euro, per usufruire di contenuti in qualità standard da un solo dispositivo, quella “standard” da 9,99 euro, contenuti in Full HD e fruibili su due dispositivi a scelta, e l’abbonamento “premium” da 11,99 euro, che offre contenuti in 4K accessibili contemporaneamente da quattro dispositivi diversi.
photo credit: Fly Home, Netflix via photopin (license)

lunedì 19 ottobre 2015

È la Cina il mercato più importante per i videogiochi

È la Cina il mercato più importante al mondo per i videogame.
Con un fatturato di 22,2 miliardi di dollari il Dragone ha scalzato gli Usa, fermi a 21,6 miliardi, dal vertice del mercato mondiale dei videogiochi.
I primi 20 Paesi, dati Newzoo, valgono in totale 83 miliardi di dollari e rappresentano il 90% del mercato.
Nei primi dieci posti di questa speciale classifica troviamo, nell’ordine, Cina (22,2 miliardi di dollari), USA (21,9), Giappone (12,3), Corea del Sud (4,0), Germania (3,6), UK (3,5), Francia (2,4), Canada (1,8), Spagna (1,56) e, in decima posizione, l'Italia (1,50 miliardi di dollari).
In Cina, nello specifico, domina il formato PC e il segmento su applicativi mobili cresce molto velocemente.