venerdì 20 gennaio 2017

L’assegnazione del rating

Per emettere un giudizio (assegnare un rating) sulla qualità del debito di un emittente (rating di credito) l’agenzia segue una procedura che parte dall’analisi dei suoi fondamentali economico-finanziari per passare poi all’analisi di bilancio in tutte le sue componenti, in modo da costruire indicatori sulla sua redditività, capacità di produrre reddito e remunerare il capitale, i flussi di cassa, i rapporti tra mezzi propri e indebitamento, etc.
I parametri ricavati vengono successivamente confrontati con quelli degli altri soggetti emittenti operanti nello stesso settore dov’è presente il soggetto analizzato: è dunque necessario valutare anche il settore e l’andamento del mercato di riferimento.

Nelle analisi le agenzie devono ponderare anche fattori qualitativi come l’affidabilità e le capacità tecniche del management dell’azienda (o dell’ente), la credibilità dei progetti deliberati e gli obiettivi che l’emittente si è imposto.
Per tali tipologie di esami l’azienda (o l’ente) analizzata deve mettere a disposizione dell’agenzia di rating tutte le informazioni e i documenti necessari ad essa per formulare il proprio giudizio.
Gli analisti devono inoltre consultare la cosiddetta Centrale rischi e monitorare tutti i movimenti di denaro e le attività del soggetto emittente, incontrare i vertici e valutare il suo operato, elaborando una raccomandazione da sottoporre al vaglio di un comitato del credito.
Alla fine del processo viene stabilito il rating da assegnare all’emittente e da pubblicare a mezzo comunicato stampa.

mercoledì 18 gennaio 2017

Post punk: Cowboys and Indians – Joseph O’Connor


Cowboys and Indians è il romanzo d’esordio di Joseph O’Connor, giornalista e scrittore dublinese e fratello della nota musicista Sinéad.
Con esso l’autore si insidia prepotentemente tra i principali protagonisti della scena letteraria irlandese contemporanea, ruolo consolidatosi poi grazie al successo nelle vendite in patria e fuori di “Desperados” e “Il rappresentante” e delle opere storiche “Stella di mare” e “La moglie del generale”, due passaggi cardini per  la consacrazione letteraria su scala mondiale del suo sublime ed originalissimo stile narrativo epico.

Il protagonista di questo romanzo di O’Connor, all’epoca (1991) già noto in patria per l’attività di giornalista, autore televisivo e cinematografico, è Eddie Virago, vent’anni, punk della middle class dublinese con una cresta da mohicano e un forte autoconvincimento nei propri mezzi.
Eddie sbarca a Londra in cerca di fortuna contando sul suo talento musicale ed uno sfrontatissimo ego che non lo abbandonerà mai per l’intera storia.
Nella capitale britannica, l’ingenuo, stronzo e bugiardo Eddie trascorrerà la sua avventura tra pub e interminabili e nauseanti bevute, monocamere, con e senza la disperatissima Marion, e lugubri periferie, dove si muove alla ricerca della sua grande occasione raccogliendo tuttavia una sconfitta dietro l’altra, sebbene sostenga sempre il contrario e spesso durante la lettura il dubbio che un po’ ci creda anch’egli in quel che dice viene.
Una trasferta londinese attravero la quale l’autore apre un’ampia finestra sul variopinto mondo undergound degli anni ottanta, in una capitale britannica caotica, sporca e triste che agli occhi dello “spregevole” protagonista sembra addirittura provinciale, lontano da quegli stereotipi sul rock, il punk e il mondo “sotterraneo” che orientano invece le scelte di Eddie.
Il tutto permeato di quella capacità fuori dal comune di O’Connor di descrivere alla perfezione le sensazioni più cupe dei protagonisti senza preoccuparsi di salutare il lettore lasciandogli l’amaro in bocca.

domenica 15 gennaio 2017

Che cos’è il rating?

Il rating è un giudizio sull’affidabilità di un’azienda, uno Stato o un ente locale emittente un titolo di debito.
E’ emesso da un’agenzia indipendente che valuta la solvibilità del soggetto emittente obbligazioni sulla base della sua capacità di generare risorse per ripagare i sottoscrittori dei titoli. Esso, di conseguenza, indica la rischiosità dell’investimento.

ll rating è espresso in lettere ed è sottoposto a revisione periodica.
La scala varia a seconda delle agenzie, le più note ricordiamo essere Moody's, Standard & Poor's e Fitch, e va dalla tripla A (affidabilità massima) alla D (default o insolvenza).
La valutazione avviene sulla base dei bilanci, dei fondamentali economici e finanziari e spesso ill giudizio dell’agenzia è anticipato dall’andamento dei titoli e, quando l’emittente è uno Stato, dallo spread e dall’andamento dei future sui principali indici della Borsa nazionale.

sabato 14 gennaio 2017

Rating gonfiati: Moody’s patteggia per 864 milioni di dollari



Moody’s patteggia con le autorità statunitensi per il pagamento di una maxi-multa di circa 864 milioni di dollari.
Si è conclusa così l’inchiesta delle autorità federali e statali Usa che accusava la nota agenzia internazionale di aver gonfiato il rating di mutui ipotecari subprime dando il via alla crisi finanziaria del 2008.
Un ciclone di indagini nel quale erano finite anche Standard & Poor’s e Fitch, le altre due grandi agenzie di rating internazionali con Moody’s da anni sotto inchiesta per aver assegnato, in cambio di commissioni molto vantaggiose, un giudizio “troppo benevolo” a titoli invece molto rischiosi finendo per favorire il terremoto finanziario del 2008-2009 e lo scoppio della crisi che ancora frena l’economia mondiale.

Dei quasi 864 milioni di dollari patteggiati, l'accordo prevede che 437,5 milioni andranno al Dipartimento di Giustizia e la restante parte alle autorità giudiziarie di 21 Stati Usa e del distretto di Columbia, dove si trova la capitale Washington.
Moody's ha ammesso di non aver applicato i suoi standard di giudizio (ansa).

giovedì 5 gennaio 2017

Brexit: ventimila banchieri pronti a trasferirsi da Londra a Parigi?


Parigi ha tutti i requisiti ideali per il dopo Brexit.
Ma anche altre città europee, tra cui Milano, proveranno a ritagliarsi il proprio ruolo per accaparrarsi pezzi di mercato fino ad oggi accentrati a Londra.  
È quanto evidenzia uno studio di Europlace, l’associazione francese che si sta occupando della promozione della capitale transalpina come polo finanziario alternativo a Londra per il dopo Brexit.
Per l’agenzia d’oltralpe, almeno 20mila lavoratori attivi nel mondo finanziario britannico sarebbero pronti a spostarsi a Parigi, che impiega già 180mila professionisti nella finanza, ad oggi attivi soprattutto nel mercato obbligazionario e nella gestione degli investimenti: competenze che, secondo lo studio, la renderebbero una meta molto ambita per i tanti che scapperanno dalla City, una piazza con molto più appeal rispetto alle altre capitali finanziarie europee come, ad esempio, Francoforte, che impiega già 100mila persone nel settore ma che non è il polo unico della Germania, o Dublino, a quota 30mila.
“Stimiamo che la decisione verrà presa entro giugno – ha spiegato l’amministratore delegato di Europlace, Arnadud de Bresson, – stiamo notando che le istituzioni stanno accelerando il processo decisionale sulle conseguenze della Brexit”.  

L’uscita ufficiale della Inghilterra dall’Ue, ricordiamolo, è prevista nel 2019, ma i colossi finanziari si stanno già attrezzando da tempo per anticipare l’ovvia debacle distorsiva conseguente all’isolamento britannico (e alla fine di quel doppio regime euro/sterlina che aveva reso molto profittevole la piazza).  

Morgan Stanley e Goldman Sachs, ad esempio, ricorda Repubblica, già dopo l’esito del referendum inglese avevano annunciato di essere pronte a lasciare immediatamente Londra, mentre i vertici anglo-cinesi di Hsbc hanno già fatto sapere che mille dipendenti saranno spostati dalla City a Parigi e Citigroup sta valutando di trasferire parte dei suoi 70mila dipendenti dall’Inghilterra a Francoforte.
Anche Milano sta facendo lobbying per attirare parte delle competenze concentrate su Londra; si tratta, per ora, specifica il quotidiano romano, di aspirazioni, ma il comitato Select Milano già dallo scorso giugno è attivo sia per le attività di clearing che per il Forex.