martedì 28 aprile 2020

Debito e governo tecnico: c'è una patrimoniale dietro l'angolo?


Nella rilevazione di Bankitalia relativa al mese di febbraio 2020 il debito pubblico italiano ha fatto registrare ancora una crescita, toccando quota 2.447 miliardi di euro rispetto ai circa 2.444 miliardi del mese precedente.
A fine 2019 il debito pubblico italiano era pari a poco meno di 2.409 miliardi, 38 miliardi in più rispetto al dato rilevato al 31 dicembre 2018 (2.381 miliardi) ma comunque lontano dal massimo storico registrato a luglio 2019 (2.467 miliardi).

In termini di rapporto debito/PIL siamo intorno al 140% e la situazione attuale e nell’immediato futuro, con la pandemia di covid-19 in corso, non può che tragicamente peggiorare, bruciando anche l’effetto positivo dovuto al calo degli interessi che si sta registrando, più o meno costantemente, dal 2015.

E a proposito di interessi sul debito, lo scorso anno questi hanno raggiunto il 3,4% del PIL (dal 3,7% dell’anno precedente), mentre l’avanzo primario l’1,7% (dall'1,5%): una crescita evidentemente insufficiente anche a coprire i soli interessi.
Scenario, quest’ultimo, già da solo in grado di evidenziare quanto possa essere praticamente impossibile in futuro generare ricchezza aggiuntiva per abbattere il debito pubblico (che non è altro che l’anticipo di redditi futuri) attraverso la tassazione.

Da un paio di anni, inoltre, qualche ex ministro e leader di partito, in passato erettosi a strenuo difensore del risparmio degli italiani, parla di interventi straordinari per cercare di riportare il debito pubblico a livelli più adeguati tirando in ballo una possibile patrimoniale, magari ridefinendola con un nome diverso.

Di fatto ci sono circa 1.500 miliardi di euro parcheggiati sui conti correnti dagli italiani ed è un tesoretto che potrebbe ingolosire molti.
Il mondo della politica ha finora escluso tale scenario, ma spesso il lavoro sporco lo si fa fare ad un tecnico, magari che goda anche di una certa autorevolezza in campo internazionale.
Sfumata lo scorso agosto tale prospettiva, sarà l’emergenza covid-19 a dare il la ad un governo di tecnici e ad un provvedimento di questo tipo?

martedì 21 aprile 2020

Emergenza coronavirus: già 3,4 milioni le famiglie italiane che hanno perso più della metà delle entrate. Oltre un milione quelle a reddito zero


L’emergenza coronavirus ha costretto milioni di italiani a blindarsi in casa e le ripercussioni, già drammatiche sul piano sociale, non si sono fatte attendere anche dal punto di vista economico.
Da un’indagine condotta da mUp Research e Norsta per conto di Facile.it su un campione di quasi 18,5 milioni di famiglie italiane, 10.800.000 (il 58,6%) ha dichiarato di aver registrato un calo del proprio reddito.

Di esse, nello specifico, il 12,1% (più di 2.200.000) ha dichiarato di aver perso più del 50% del reddito familiare e il 6,4% di aver visto svanire la totalità delle entrate.
Stiamo parlando, quindi, di 3,4 milioni di famiglie che hanno visto più che dimezzare le proprie entrate, con quasi 1.180.000 precipitate in una condizione di “reddito zero”.

Dal punto di vista territoriale il calo dei redditi ha interessato l’Italia tutta, con picchi al Sud e nelle isole.
Qui la perdita totale di entrate ha riguardato il 7,5% degli intervistati, mentre ammonta al 12,7% la percentuale di coloro che hanno visto i loro introiti più che dimezzarsi.