sabato 30 aprile 2016

CM 01/02: 2001/02, la squadra prima di tutto


(notizie mercato - foto scaricata dal web)


I soldi incassati dalla cessione di Mijatovic, gli incassi delle partite di Coppa Italia e Uefa erano stati divorati dalle spese correnti e i fondi per i trasferimenti (7 milioni di euro circa) non consentivano di tuffarsi in chissà quale asta: dovevo mirare a qualcuno che aveva il contratto “non protetto” (e relativa penale di rescissione “modesta”) o in scadenza (situazione che limita fortemente i rilanci da parte dell’altra società, soprattutto se ha seri dubbi che il suo tesserato voglia rinnovare).
E nel frattempo rescindevo il contratto di Gruzzo, Crocetti e Massaro con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale: per le potenzialità mostrate in allenamento o nelle partite della squadra riserve, non erano ancora pronti per giocare in prima squadra e purtroppo, pur rimmettendoci quattrini (senza neanche tentare di cederli durante la finestra di mercato invernale), dovevo fare spazio in rosa. Ero sicuro, inoltre, che avrebbero trovato subito chi li ingaggiasse e, soprattutto, che li facesse giocare.
La sera stessa dichiaravo cedibile Leandro, Vakouftsis, Robbiati (in scadenza contratto a giugno), Amaral, Ficagna, Palombo, Bertolucci, Agostini, Franceschetti e Fedeli, facendo un’offerta di 3,8 milioni di euro al Perugia per Blasi.

Nell’attesa della prima delle tre amichevoli che avevo organizzato per il dopo Natale, ricevevo il netto rifiuto del Perugia all’offerta per Blasi. Nella trattativa si era inserita anche la Juventus, che qualche mese più avanti concluderà l'affare per 7,5 milioni di euro.  
Con il Cagliari al Sant’Elia, l’Empoli al Franchi e il Crotone all’Ezio Scida, avrebbero giocato (salvo infortuni in allenamento) Rossitto a Baronio sull’asse mediano del centrocampo, da sostituire nel secondo tempo, nell’ordine, con Benin e Amoroso, Morfeo alla loro sinistra e Marco Rossi a destra (con Riccardo Taddei che sarebbe subentrato durante la ripresa), Repka e Ficagna difensori centrali con ordine tassativo di marcare a uomo i diretti avversari, Emiliano Moretti a sinistra (impiegato come terzino marcatore alle spalle di Morfeo, schierato come centrocampista sinistro ma pur sempre un attaccante), Tarozzi difensore destro, Leandro prima punta e Ganz seconda con il compito di accentrarsi a centrocampo durante le fasi difensive e le ripartenze. Nella ripresa, a Vakouftsis e Robbiati sarebbe toccato, rispettivamente, replicare il gioco dei due attaccanti titolari.  
Titolare tra i pali Pino Taglialatela, ormai anche a Firenze, come in precedenza a Napoli, un talento “atrofizzato” (e non per colpa sua). Nel secondo tempo avrei  fatto giocare una decina di minuti Mario Cassano: Taglialatela era in scadenza contratto e prima di tuffarmi alla ricerca di un nuovo secondo di Manninger volevo osservare meglio questo diciottenne (cresciuto nelle giovanili del Monza) promosso nella squadra riserve dopo aver difeso egregiamente i pali della Primavera viola.  
Con il giovane e promettente portiere e Benin, Amoroso, Vakouftsis, Robbiati e Taddei, in panchina sarebbero andati Adani, Pierini, Palombo e Ceccarelli.
Tra quelli che dopo metà stagione avrei potuto definire titolari, gli unici impiegati erano dunque Adani e Amoroso: il primo, con Pierini, avrebbe dovuto assistere alle nuove disposizioni campo che avevo deciso per chi avrebbe ricoperto il suo ruolo e provarle anch’egli per almeno una ventina di minuti; dal secondo mi aspettavo ancora quelle conferme sul suo essere il perno del centrocampo (anche presente, perché di potenzialità ne aveva tantissime) attorno al quale provare a reinventare il reparto, anche ricorrendo al mercato.

Mentre rivedevo la rosa che stavo per impiegare nelle tre amichevoli programmate dal 27 dicembre al 3 gennaio, ripercorrevo anche gran parte della stagione già affrontata e individuavo nell’eccessivo ricorso al turn-over uno degli ulteriori tasselli che aveva contribuito a frenare le potenzialità della squadra, per quanto reputassi necessario fin dalla prima partita cercare di coinvolgere i migliori, tenerli in forma e pronti per giocare da titolari in qualsiasi occasione e calmierare le tensioni che gli esclusi avrebbero contribuito ad alimentare.
Nel clima infernale in cui eravamo precipitati era necessario invece spingere sugli elementi che più si erano distinti e che, grazie a grinta, professionalità e capacità di adattamento alle variazioni in corso, oltre che qualità delle prestazioni, riuscivano a porsi come punti di riferimento per tentare di invertire il trend dei risultati e le sorti del club.
Adani aveva tutte le carte in regola per diventare il baluardo della difesa (e della squadra), quello che poi definirò il “mitico”, anche se all’epoca non avevo ancora una chiara strategia nello scegliere chi potesse diventare il riferimento di portiere, difesa e, di conseguenza, dell’allenatore e dei suoi collaboratori.
Al suo fianco era Pierini quello che dava maggiore solidità al reparto e il turn-over che gli avevo fatto fare con Repka, almeno fino a dicembre, era stato dettato più dall’esigenza di tenere in forma (e quieto) il secondo che dal rendimento dell’ex Udinese. Magari passando ad una marcatura ad uomo, come stavo chiedendo a chi avesse ricoperto il ruolo di difensore centrale, avrebbe avuto bisogno sul serio di alternarsi con qualcuno (giocava a zona da una vita e in CM 0102 era particolarmente lento e poco scattante, ma dotato di grandi abilità in elevazione, senso della posizione, gioco di squadra e marcatura), ma Repka era comunque pronto a giocare, anche perché avevo l’intenzione di utilizzarlo anche come difensore destro, un’alternativa a Tarozzi e Torricelli, meno marcatori di lui e in affanno soprattutto quando gli avversari schieravano una mezzapunta o un trequartista avanzato.
Di Livio, pur con caratteristiche fisiche diverse, era l’unico in grado di sostituire Cois. Torricelli, che poteva alternarsi a centrocampo e in difesa, era un elemento essenziale della squadra.


Gonzalez era stato fino ad ora il più costante a spingere dalla metà campo in su (e autore di 7 reti, 6 assist, 1,2 contrasti e 3,2 dribbling a partita), Marco Rossi il più promettente e talentuoso dei centrocampisti, ma aveva dato forti segni di non essere ancora pronto fisicamente per reggere il ritmo di partite che avevamo affrontato fino ad ora. Il dubbio, come ho più volte rimarcato, restava Amoroso ed ero intenzionato a cercare un’alternativa sul mercato. Avevo deciso che tra un’amichevole e l’altra, mentre i miei osservatori seguivano Allegretti, mi sarei dedicato più seriamente alla ricerca di un centrocampista degno di giocare in prima squadra e, in generale, al mercato. Anche per ingaggiare già a gennaio qualche elemento che si sarebbe poi aggregato alla squadra a giugno, una volta scaduto il contratto che aveva con l’altro team.
Dopo la prima amichevole, pareggiata 2-2 con il Cagliari, arrivarono le prime offerte per alcuni dei giocatori che avevo dichiarato cedibili. Di rado avevo provato la sensazione di un riscontro così rapido da parte del mercato: di solito, salvo che per la stella della squadra che stavo gestendo, dovevo aspettare anche mesi (o anni) affinché ciò accadesse. Spesso, anzi, per liberarmi di un elemento in vendita avevo dovuto aspettare addirittura la scadenza del contratto per inserirlo nella lista gratuita.
L’Atletico Mineiro mi offriva 3,8 milioni per Amaral, ma avevo immediatamente rilanciato per 4,5 milioni. Il Siena 1,7 milioni per Ficagna, l’Ancona (dove qualche anno dopo si trasferirà sul serio) 750mila euro per Robbiati, il San Palo 7,8 milioni (poco meno del valore del suo cartellino) per Leandro, il Pro Patria 350mila per Ceccarelli, la Spal 410mila euro per Fedeli.  E Vakouftsis era seguito dagli osservatori del Paok Salonicco, mentre quelli di Genoa, Sampdoria, Udinese, Perugia e Lazio si stavano dedicando costantemente a Marco Rossi. Non ero il solo a vedere un grande futuro per il fluidificante-ala non ancora 24enne (e futura bandiera del Genoa dopo una parentesi al Como).

Lato acquisiti, avevo individuato due possibili soluzioni a centrocampo sulla carta davvero allettanti: Marc-Vivien Foé, centrocampista dell’Olimpique Lione e della nazionale camerunense, e Esteban Cambiasso, nazionale argentino in prestito al River Plate dal Real Madrid, entrambi con contratto in scadenza a giungo. Lanciavo la mia offerta di 3,7 milioni al Real per Cambiasso, nell’auspicio che la scadenza del contratto a breve  e il malumore del calciatore per i continui parcheggi in prestito spingesse i “blancos” ad accontentarsi della somma piuttosto che aspettare che se ne andasse a parametro zero in estate.
Stavo anche annotandomi i nomi di altri calciatori che avevano il contratto in scadenza a giugno e che per caratteristiche tecnica e tattiche avrebbero potuto arricchire la mia rosa, come Marco Zamboni e Massamasso Tchangai dell’Udinese, Hilário e Claudio Paris del Perugia, Vincenzo Sommese del Vicenza,  Nicola Mora e Matuzalém del Piacenza, Klaas-Jan Huntelaar del PSV e Antonio Pacheco dell’Inter.
Formulavo inoltre la mia offerta per Mirko Pieri, 2,1 milioni di euro, e cominciavo a preparare l’amichevole casalinga contro l’Empoli e quella pochi giorni dopo a Crotone contro la compagine calabrese.

Altri due pareggi, un secco rifiuto del Real per la cessione di Cambiasso e Rossitto che avevo dovuto sostituire dopo solo un tempo di gioco in tutte le tre amichevoli.
Il 2002 era iniziato in perfetta sintonia con l’anno appena conclusosi: di goal ne subivamo fin troppi, il centrocampo andava costruito e riadattato ad ogni partita (o durante la stessa) e i tifosi erano più che spazientiti. Avevo subito delle dure contestazioni anche dopo il pareggio in casa con l’Empoli, sempre un derby, anche se amichevole.  
Mi consolavano le buone prestazioni di Tarozzi, Moretti, Baronio, Morfeo e Repka (in veste di difensore destro) e la possibilità di schierare Moretti nel ruolo di terzino sinistro in alternativa a Vanoli, che intanto attirava l’attenzione della Roma.  
Con un solo terzino fluidificante (e quindi con un marcatore sul lato opposto) e due centrocampisti offensivi laterali particolarmente ispirati potevo gestire meglio i giocatori disponibili, facendo riposare a turno Vanoli, Torricelli e Tarozzi, e tirare avanti fino a giugno anche senza grandi acquisti.
Morfeo era sembrato riuscire ad adattarsi anche nel ruolo di esterno sinistro di centrocampo, ma avevo intenzione di utilizzarlo come seconda punta arretrata (al posto di Chiesa ma circa 15/20 metri più dietro) anche in qualche partita di campionato (lo avevo impiegato così soltanto in coppa Italia e negli ultimi minuti di un paio di incontri di coppa Uefa, quando la squadra evidenziava un netto calo fisico, oltre che di concentrazione, e bisognava difendere il risultato acquisito).
Adani e Pierini non erano sembrati in difficoltà per il cambio di tipo di marcatura che avevo impostato per i difensori centrali e Baronio, condizioni fisiche permettendo (non riuscivo a metterlo in forma), sembrava ancora un’ottima alternativa a Amoroso o Di Livio.
L’Atletico Mineiro aveva rilanciato fino a 4,8 milioni di euro per Amaral e non avevo esitato ad accettare l’offerta (come lo stesso calciatore brasiliano), Ficagna era passato al Siena, Robbiati aveva accettato l’offerta dell’Ancona, Ceccarelli era andato al Pro Patria e Fedeli alla Spal. Leandro era in fase di perfezionamento contratto con il San Paolo dopo che avevo accettato l’offerta del club carioca, mentre per 6,3 milioni l’incognita Vakouftsis si era trasferito al Paok.

Per Mirko Pieri l’Udinese aveva rilanciato fino a 4,9 milioni. Il calciatore aveva una clausola di rescissione pari a 3,7 milioni, molto più di quanto ero disposto inizialmente a versare, ma avevo deciso ugualmente di chiudere la trattativa e il pagamento della clausola era diventata la strada più economica e sicura. (continua)

precedenti "episodi": 1, 2, 3, 4, 5

3 commenti:

  1. Come hai alleggerito la preparazione fisica??

    RispondiElimina
  2. Come hai alleggerito la preparazione fisica??

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ciao, scusa se rispondo solo ora. Abbassando forma al minimo e aumentando l'allenamento tecnico.
      Ma è tantissimo che non gioco e non ricordo bene le videate.

      Elimina