lunedì 9 maggio 2016

Opzioni: le caratteristiche essenziali


Un'opzione è un contratto che conferisce al compratore il diritto di acquistare (call) o vendere (put) un bene ad un prezzo prefissato (strike price o prezzo di esercizio) ad una certa data futura.
Per le opzioni di tipo europeo il diritto può essere esercitato solo alla scadenza, mentre per quelle di tipo americano il compratore può esercitare il suo diritto in qualsiasi momento entro la scadenza. 
Il bene oggetto di compravendita costituisce l’attività sottostante dell’opzione e a fronte della stessa attività sottostante sussistono diversi contratti di opzione call o put a seconda del prezzo di esercizio: se il prezzo d'esercizio di un'opzione call (o put) è inferiore (o superiore) al prezzo corrente dell'attività sottostante, l'opzione si dice "in-the-money" (se scadesse in quel tal momento genererebbe un guadagno); se il prezzo di esercizio è pari a quello dell'attività sottostante l'opzione si dice "at-the-money", altrimenti si dice "out-of-the-money" e in entrambi i casi non genera alcun flusso. La differenza tra il prezzo del titolo sottostante e il prezzo d’esercizio (o viceversa) determina, in sostanza, se l’opzione produce un entrata o meno, cioè se è “in-the-money”, “at-the-money” o “out-the-money”.

Un contratto di opzione, a differenza degli altri contratti a termine, concede al compratore il diritto, ma non l'obbligo, di comprare o vendere l'attività sottostante.
Con esso gli obblighi del compratore si estinguono al momento della stipula con il pagamento del premio. Successivamente, egli non ha più obblighi ma soltanto la facoltà di esercitare il suo diritto: motivo per il quale il detentore di un'opzione può beneficiare della possibilità di guadagni teoricamente illimitati a fronte di perdite limitate, al massimo, al premio pagato.
Il titolare di un’opzione call, ad esempio, può decidere di esercitarla perché il valore del sottostante è maggiore del prezzo d’esercizio e rivendendo subito l’attività sottostante a prezzi di mercato è in grado di guadagnare la differenza tra il valore di quest’ultima ed il prezzo di esercizio pagato, tenendo conto, ovviamente, del premio pagato per l’acquisto dell’opzione.
Per il venditore di un’opzione, invece, che incassa il premio ma che subisce l’esercizio del diritto di acquistare o vendere dell’acquirente, il massimo profitto è rappresentato proprio dal premio incassato, mentre è il rischio di perdite ad essere potenzialmente illimitato (anche se chi opera in tal modo è solito ricorrere a strategie dinamiche sul sottostante in modo da limitare le potenziali perdite o generare guadagni).  

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