domenica 22 maggio 2016

Il peso del dividendo e del tasso d’interesse sul valore teorico delle opzioni

Se il valore intrinseco e il valore temporale rappresentano le componenti principali del prezzo di un’opzione, non possiamo dimenticare quanto incidano sulle dinamiche della formazione dei prezzi di un’attività finanziaria elementi quali l’effetto dei dividendi e dei tassi di interesse. Due fattori dei quali dunque il prezzo delle opzioni non può non tenere conto. 

Per quanto riguarda i dividendi, sappiamo che essi determinano una diminuzione del prezzo delle azioni il giorno dello stacco e che quindi hanno un effetto negativo sul valore di un’opzione call e positivo su quello di una put. Per l’impatto del tasso d’interesse, ricordando che il detentore di un’opzione call beneficia dei rialzi del sottostante come se ne fosse in possesso, ma rinvia nel tempo l’esborso di denaro necessario per acquistare il titolo, icosto di questa possibilità di differire nel tempo l’esborso di denaro è il tasso di interesse monetario (nel mercato italiano come riferimento può prendersi il titolo di stato a breve scadenza). Più alti saranno gli interessi, maggiore sarà la convenienza a posticipare le uscite (e a mantenere il denaro investito sul mercato monetario) e quindi più elevato dovrà essere il premio della call, cioè del diritto a rimandare l’uscita.  

Situazione inversa per un’opzione put. All’aumento dei tassi corrisponde un calo del valore della put e più i tassi sono alti, maggiore è la convenienza a liquidare tutta la posizione per garantirsi una rendita priva di rischio sul mercato monetario, minore quindi sarà il premio che si è disposti a pagare per la put. 

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