lunedì 5 settembre 2016

Chrome OS: la piattaforma made in Google


Chrome OS è il sistema operativo messo in piedi da Google e basato quasi esclusivamente sulla piattaforma Google Chrome. Da essa, grazie al Chrome Web Store, dove sono presenti le applicazioni e le estensioni che tradizionalmente installiamo sul browser di Google, recupera tutte le dinamiche di funzionamento. E lo stesso discorso può farsi con l’interfaccia grafica, identica al menu che siamo soliti osservare quando utilizziamo il browser più noto al mondo.

Chrome OS è un prodotto Linux-based, dunque completamente open source, che i produttori di Chromebook possono gestire in piena versatilità.
Esso, come anticipato, si basa principalmente sul browser Chrome visto negli ultimi anni, tanto che lo si potrebbe ritenere addirittura una sua estensione senza temere di profanare la materia.
L’interfaccia grafica, come da utenti Windows (o OS X) e fruitori dei servizi di Google già sappiamo, presenta dunque pochi elementi. Il Chrome Web Store, dotato di numerose webapp, e tutti i servizi annessi alle ultime versioni di Chrome sono integrati direttamente nel sistema, non richiedendo quindi l’esecuzione del browser.
Tutte le applicazioni eseguibili sui Chromebook, in altri termini, sono all’interno dello store che gli utenti di Google già utilizzano con il browser Chrome, ma possono essere eseguite senza utilizzare direttamente quest’ultimo. Caratteristica replicata anche sui Chromeboox, la variante desktop fissa ancora poco diffusa sul mercato e che è alla base dei tanti vantaggi offerti da questi pc in termini di leggerezza, fruibilità, velocità e praticità, ma che rappresenta anche quello che dovrebbe risultare il loro limite estremo, l’eccessiva dipendenza dalle applicazioni online e, quindi, la ristretta operatività offline.


Chrome OS non consente infatti di installare programmi di terzi tramite eseguibile, cosa che facciamo di solito con Windows, ma al momento tutto passa attraverso il Chrome Web Store, in grado comunque di metterci a disposizione gli applicativi open source di Google, come ad esempio Google Docs, il pacchetto di Mountain View alternativo a quello Office di Windows (disponibile anche offline), e i tantissimi applicativi messi a disposizione da aziende e sviluppatori indipendenti.
E l’espandersi dell’universo delle webapp, in generale e di quelle utilizzabili anche offline, gli accordi con i partner che hanno ampliato quello delle estensioni, reperibili sempre dallo store di Google (da oltre un anno è possibile utilizzare online anche gli strumenti Office di Windows e di tanti altri produttori), e il prezzo relativamente contenuto dei Chromebook, hanno consentito a questi di superare nelle vendite Usa i ben più cari Mac, soprattutto nel comparto educational (scuole e università).

Un certo scetticismo rimane, ma i Chromebook si stanno affermando prepotentemente su scala mondiale, mirando, dopo gli studenti, soprattutto ai tanti che cercano quel prodotto tra tablet e notebook dotato delle caratteristiche di successo di entrambi e che hanno acquisito piena consapevolezza su cosa aspettarsi da un prodotto ‘casual’ trasportabile ovunque e quali attività assorbono gran parte delle ore passate davanti al pc.

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