domenica 14 ottobre 2018

Bilancio dello Stato: norme e composizione


Il bilancio dello Stato è un documento che elenca ordinatamente le entrate e le spese dello Stato in un determinato periodo di tempo.
Nel nostro Paese è annuale o pluriennale e l’anno finanziario su cui si calcola corrisponde all’anno civile.

L’insieme delle operazioni effettuate in un dato anno finanziario è definito esercizio finanziario.

Sulla base dell’esercizio a cui si riferisce, il bilancio può essere:

- Preventivo: riguarda le entrate e le spese che si prevede di riscuotere nell’esercizio successivo.
Si predispone prima dell’anno finanziario di riferimento, in mode che il Governo si attenga al programma delle entrate e delle spese previste.

- Consuntivo: si riferisce ad un anno trascorso.
Con esso si valuta l’attività finanziaria dello Stato, motivo per il quale si definisce anche “rendiconto finanziario”.

A seconda del contenuto, esso può essere:

- di competenza, quando comprende le entrate da riscuotere e le spese da pagare nel corso dell’esercizio.
Le entrate e le spese si contabilizzano indipendentemente da quando si realizzerà la riscossione e/o il pagamento.

- di cassa: riporta le entrate effettivamente riscosse e le uscite effettivamente pagate durante l’esercizio finanziario.

sabato 6 ottobre 2018

Il peso della spesa pensionistica sul PIL e le prospettive di lungo periodo

Quando si discorre di debito pubblico inevitabilmente di finisce per affrontare il peso della spesa pensionistica e il peso assunto da essa sul bilancio statale.

Per una lettura del sistema previdenziale italiano dal punto di vista teorico si fa spesso ricorso alla teoria del ciclo di vita del risparmio elaborata da Franco Modigliani, con la quale il premio Nobel per l’economia analizzò la tendenza dei consumatori a posticipare i consumi e i risparmi durante la loro vita.

Secondo la teoria del ciclo vitale elaborata dall'economista italiano naturalizzato statunitense nel 1946, consumo e risparmio sono variabili che cambiano durante la vita di un individuo.
I consumatori, in altre parole, effettuano le loro scelte in fatto di consumi non sulla base del loro reddito corrente, ma secondo le loro aspettativa di reddito e consumo totale futuri.
Gli individui tendono, quindi, in alcune fasi della loro vita a risparmiare per poi spendere in altre fasi il denaro accantonato.
Seguendo tale ragionamento, i risparmi servirebbero per assicurarsi delle certezze anche nel periodo in cui cesserà, o si ridurrà drasticamente, la produzione di reddito, vale a dire in quello del pensionamento.
Per poter vivere dopo che si è smesso di lavorare per limiti di anzianità il reddito risparmiato durante la vita lavorativa dovrà quindi essere trasferito nel periodo di pensionamento.




In Italia, sebbene da qualche anno sia partito il fenomeno degli accantonamenti volontari mediante i fondi pensione, che vedremo più avanti, in gran parte dei casi è lo Stato ad occuparsi di tale distribuzione, trattenendo parte della retribuzione dei lavoratori per ridistribuirla poi durante il periodo del pensionamento.