mercoledì 18 gennaio 2017

Post punk: Cowboys and Indians – Joseph O’Connor


Cowboys and Indians è il romanzo d’esordio di Joseph O’Connor, giornalista e scrittore dublinese e fratello della nota musicista Sinéad.
Con esso l’autore si insidia prepotentemente tra i principali protagonisti della scena letteraria irlandese contemporanea, ruolo consolidatosi poi grazie al successo nelle vendite in patria e fuori di “Desperados” e “Il rappresentante” e delle opere storiche “Stella di mare” e “La moglie del generale”, due passaggi cardini per  la consacrazione letteraria su scala mondiale del suo sublime ed originalissimo stile narrativo epico.

Il protagonista di questo romanzo di O’Connor, all’epoca (1991) già noto in patria per l’attività di giornalista, autore televisivo e cinematografico, è Eddie Virago, vent’anni, punk della middle class dublinese con una cresta da mohicano e un forte autoconvincimento nei propri mezzi.
Eddie sbarca a Londra in cerca di fortuna contando sul suo talento musicale ed uno sfrontatissimo ego che non lo abbandonerà mai per l’intera storia.
Nella capitale britannica, l’ingenuo, stronzo e bugiardo Eddie trascorrerà la sua avventura tra pub e interminabili e nauseanti bevute, monocamere, con e senza la disperatissima Marion, e lugubri periferie, dove si muove alla ricerca della sua grande occasione raccogliendo tuttavia una sconfitta dietro l’altra, sebbene sostenga sempre il contrario e spesso durante la lettura il dubbio che un po’ ci creda anch’egli in quel che dice viene.
Una trasferta londinese attravero la quale l’autore apre un’ampia finestra sul variopinto mondo undergound degli anni ottanta, in una capitale britannica caotica, sporca e triste che agli occhi dello “spregevole” protagonista sembra addirittura provinciale, lontano da quegli stereotipi sul rock, il punk e il mondo “sotterraneo” che orientano invece le scelte di Eddie.
Il tutto permeato di quella capacità fuori dal comune di O’Connor di descrivere alla perfezione le sensazioni più cupe dei protagonisti senza preoccuparsi di salutare il lettore lasciandogli l’amaro in bocca.

Nessun commento:

Posta un commento