Con il termine arbitraggio si intende un’operazione finalizzata ad ottenere un profitto certo senza che l’operatore corra alcun rischio.
Questo tipo di operatività si esplica di solito nell’acquisto o vendita di un’attività finanziaria e in una contemporanea operazione di segno contrario sullo stesso strumento su un mercato differente dal precedente, o su uno strumento diverso ma perfettamente sostituibile all’altro e avente identico sottostante.
In tal modo, se il guadagno ottenuto supera i costi per il trasferimento dell’attività da un mercato all’altro, si sfruttano le differenze di prezzo per ottenere un profitto.
Le differenze di prezzo che generano il profitto sono determinate da asimmetrie informative o da diverse normative: l’aumento della rapidità di comunicazione tra diversi mercati ha notevolmente limitato le asimmetrie informative tra essi e, dunque, le possibilità di arbitraggio, molto frequente in passato proprio sugli strumenti derivati.
A differenza della speculazione, che consiste di fatto nell’opportunità di sfruttare le differenze di prezzo di uno stesso bene in tempi differiti, l’arbitraggio è quindi un modo per avvantaggiarsi delle differenze di prezzo presenti in luoghi diversi.
La prima gioca sul fattore tempo, il secondo sul fattore spazio.
Per speculazione finanziaria si intende l’attività di un operatore finanziario che investe sul
mercato supponendo degli sviluppi ad alto rischio il cui esito,
positivo o negativo, dipenderà dal verificarsi o meno degli eventi sui quali ha
formulato le sue aspettative iniziali.
Se lo scenario aleatorio si manifesterà in linea con le aspettative,
l'operazione speculativa avrà un esito positivo, generando un profitto per
l’operatore, che nel caso contrario registrerà una perdita.
A differenza di molte altre attività di investimento, comunque basate sul
valore atteso di un titolo, nell’attività speculativa le aspettative non si
reggono su significative e robuste stime statistiche, ma su previsioni
puramente soggettive, indipendentemente dalle analisi adoperate.
La previsione di eventi senza solide basi statistiche espone l'operatore a
grossi rischi, che possono essere compensati da altrettanti grossi guadagni, ma
che possono anche degenerare in un rapido fallimento della strategia
speculativa e dello stesso soggetto che l’ha adottata.
I contratti derivati, abbiamo scritto, nascono con la duplice finalità di riduzione del rischio d’impresa e di stabilizzazione dei prezzi.
Come tutti gli strumenti di copertura hanno però una forte connotazione speculativa.
L’alea che spinge ad assicurarsi fa sorgere d’altronde diverse opportunità di lucrare sul differimento temporale di una prestazione e sull’incognita prezzo di un bene o di un’attività finanziaria e lo stesso contratto di assicurazione vero e proprio ha in sé tutti i connotati di una scommessa.
Sul mercato dei derivati, inoltre, è proprio la presenza di tanti speculatori a garantire la liquidità necessaria per chiudere quotidianamente le posizioni negoziate e agli hedgers di trovare più facilmente una controparte per negoziare posizioni di segno opposte e avviare le proprie strategie di copertura del rischio.
L’hedging consiste
nel mettere in piedi una o più operazioni di copertura dai rischi correlati ad
una posizione aperta su un altro investimento.
Si tratta di una strategia ampiamente utilizzata nel mondo della finanza, sia
dagli operatori che gestiscono un portafoglio di titoli, sia da imprese e
investitori privati, ed ha il fine unico di diminuire le potenziali perdite.