domenica 23 giugno 2019

Derivati finanziari: gli swap


Lo swap è un contratto con il quale le parti si impegnano a scambiarsi un flusso finanziario, periodico o una tantum, e a effettuare la stessa operazione a ruoli invertiti ad una data futura e secondo uno schema predefiniti.
Scopo di questo strumento è quello di annullare il rischio relativo alle fluttuazioni dei tassi di interesse o di cambio.
Gli swap sono infatti costruiti principalmente sui tassi d’interesse (interest rate swap) e, in misura più contenuta, sulle valute (currency swap). 

Nella prassi, attraverso lo scambio, i primi sono utilizzati per trasformare attività e passività finanziarie da tasso fisso a tasso variabile e viceversa, i secondi per trasformare attivi e passivi da una valuta ad un’altra (alcune tipologie di currency swap permettono entrambe le finalità).

Al momento della stipula, i contratti swap sono di solito costituiti in modo tale chele prestazioni previste siano equivalenti.
Così il valore iniziale del contratto è reso nullo, in modo da non generare alcun flusso di cassa iniziale per compensare la parte gravata dalla prestazione di valore più elevato.
Il fatto che al momento della stipula le due prestazioni siano equivalenti non implica che lo rimangano per tutta la vita del contratto, anzi, a generare il profilo di rischio/rendimento è proprio la variazione del valore delle prestazioni. La parte tenuta alla prestazione il cui valore si sarà deprezzato rispetto al valore iniziale, dunque rispetto alla controprestazione, maturerà un guadagno e viceversa.

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