sabato 23 marzo 2019

I derivati finanziari

Gli strumenti finanziari derivati sono contratti il cui valore deriva dal prezzo di altre attività sottostanti, che possono avere natura reale (commodity derivatives) o finanziaria (financial derivatives).
Sono, di norma, negoziati in mercati a pronti: tutte le operazioni si concludono con l’effettiva consegna del bene della transazione, se previsto, e con pagamento in denaro a brevissimo termine (Cash Market).

I derivati possono essere simmetrici o asimmetrici.
Nel primo caso acquirente e venditore si impegnano ad effettuare una prestazione alla data di scadenza, nel secondo, invece, l’obbligo vige soltanto in capo al venditore in quanto il compratore, versando un premio, si riserva il diritto di decidere in data futura se effettuare o meno la compravendita del bene sottostante.

Un’altra distinzione si basa sulla natura del mercato dove essi sono scambiati, vale a dire tra i derivati negoziati sui mercati regolamentati (come i futures e molti contratti di opzione) e i derivati scambiati in mercati OTC (Over the counter).

Il mercato dei derivati da vita ad un volume d’affari globale arrivato ormai a valere ben oltre dieci volte il Prodotto Interno Lordo mondiale.
Secondo i dati 2015 della Bank for International Settlements (BIS), già nel 2013 il mercato dei derivati ha raggiunto un valore complessivo su scala mondiale pari a circa 700.000 miliardi di dollari, quasi dieci volte il Pil mondiale rilevato nello stesso anno, e dal 1998 al 2012 è moltiplicato di ben sette volte: una crescita record che, a differenza del mercato azionario e di quello dei prestiti bancari, in quasi venti anni non ha subito alcuna battuta d’arresto nemmeno con l’esplosione della crisi finanziaria.
Dei circa 700.000 miliardi di dollari rilevati dalla BIS a fine 2012, 633.000 sono riconducibili al volume degli strumenti derivati scambiati sui mercati non regolamentati (OTC), mentre solo 70.000 a quelli exchange traded.  E, nonostante la forte connotazione Usa di questi contratti, la maggioranza di essi è stipulata in euro (il 40% circa) e “solo” il 30% in dollari.

Sui mercati OTC le controparti interessate alla negoziazione, in via di massima, fissano liberamente i termini del contratto senza che vi siano, di fatto, prezzi ufficiali: i prezzi a cui vengono concluse le trattazioni sono comunicati in tempo reale alle agenzie di stampa internazionali specializzate nell’informazione finanziaria (come Reuters e Bloomberg), che li rendono immediatamente pubblici.
Sui mercati regolamentati, invece, ogni operatore ha come controparte il mercato, non il singolo acquirente o venditore, e lo scambio avviene a prezzi ufficiali. Sarà poi la clearing house ad assicurare il rispetto dei contratti conclusi, che hanno tutti delle caratteristiche standardizzate.
Nonostante le enormi differenze, bisogna tuttavia chiarire che gli enormi volumi scambiati, le consuetudini operative delle banche e dei broker che trattano quotidianamente valuta e gli strumenti informatici (e informativi) messi a disposizione degli operatori rendono anche i mercati Over The Counter pressoché standardizzati (e di facile accesso).

Per quanto riguarda l’Italia, i principali strumenti finanziari derivati negoziati sul mercato IDEM sono:
- i contratti futures su merci e relativi indici, strumenti finanziari, tassi di interesse, valute;
- i contratti di scambio a pronti e a termine (swap) su tassi di interesse, valute, merci e su indici azionari (equity swap);
- i contratti a termine collegati a strumenti finanziari, tassi d’interesse, valute, merci e ai relativi indici, con cui le controparti si impegnano a scambiarsi a scadenza, a prezzi prefissati, il sottostante (Forward);
- i contratti di opzione per acquistare o vendere gli strumenti finanziari suindicati, le azioni o altri titoli rappresentativi di capitale di rischio negoziabili sul mercato dei capitali, le obbligazioni, i Titoli di Stato e gli altri titoli di debito negoziabili sul mercato dei capitali, le quote di fondi comuni di investimento, i titoli normalmente negoziati sul mercato monetario e qualsiasi altro titolo normalmente negoziato che consenta di acquistare gli strumenti elencati, compresi i relativi indici. Rientrano tra questi, inoltre, i contratti di opzione su valute, tassi di interesse, merci e relativi indici;
- le combinazioni dei contratti e dei titoli precedentemente citati.

Per individuare i contratti più semplici, ancora, nel mercato dei derivati si parla di contratti “plain vanilla”, mentre per quelli più “sofisticati” solitamente si impiega l’espressione contratti “esotici”.

Nessun commento:

Posta un commento