sabato 29 giugno 2019

Gli Interest Rate Swap

Gli interest rate swap (IRS) sono contratti in cui due controparti si scambiano flussi periodici di interessi, calcolati su una somma di denaro che non viene scambiata ma utilizzata unicamente come base di calcolo, il capitale nozionale di riferimento (notional principal amount), per un lasso di tempo predefinito pari alla durata del contratto, e cioè fino alla scadenza (maturity date o termination date) dello stesso.
I pagamenti effettuati sono simili ai pagamenti di interessi su un debito (motivo del nome del tipo di contratto).

Tra le numerose tipologie di IRS la più diffusa è quella denominata plain vanilla swap, le cui caratteristiche principali sono:

- la durata dello swap è un numero intero di anni;
- uno dei due flussi di pagamenti è impostato su un tasso di interesse fisso, mentre l’altro è indicizzato a un tasso di interesse variabile;
- il capitale nozionale resta costante per l’intera vita del contratto.

Elementi fondamentali di un plain vanilla swap, che devono essere indicati nel contratto, sono:

- la data di stipula del contratto (trade date);
- il capitale nozionale di riferimento (notional principal amount);
- la data di inizio (effective date), vale a dire il giorno da quando cominciano a maturare gli interessi (di norma due giorni lavorativi dopo la data di stipula);
- la data di scadenza del contratto (maturity date o termination date);
- le date di pagamento (payment dates), cioè le date in cui vengono scambiati i flussi di interessi;
- il livello del tasso fisso;
- il tasso variabile di riferimento (Libor o altri tassi interbancari, oppure i tassi di interesse pagati sui titoli di Stato) e la relativa data di rilevazione (fixing date).

Le variazioni del tasso variabile rispetto ai livelli stimati al momento della conclusione del contratto, definiscono il profilo di rischio/rendimento del plain vanilla swap.
Se il tasso variabile risulta superiore alle aspettative, l’acquirente dello swap, vale a dire colui che è obbligato a pagare il tasso fisso, matura un profitto ed il venditore una perdita, mentre se il tasso variabile scende è il venditore a realizzare un profitto.

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