lunedì 22 giugno 2015

I Buoni obbligazionari degli enti territoriali locali: l'altra faccia della spending review




I Buoni obbligazionari degli enti territoriali locali sono titoli obbligazionari al portatore di medio-lungo periodo emessi dagli enti locali italiani per finanziare i propri progetti di investimento. E’ fatto espresso divieto, infatti, emettere questi titoli per finanziare spese correnti e, se l’ente locale non rispetta alcuni dei requisiti di equilibrio economico-finanziario previsti dall’art. 35 Legge n° 724 dicembre 1994, per l’emissione è inoltre necessario l’ok preventivo da parte della Banca d’Italia.

Per obbligazioni degli enti locali si intendono di solito i Boc, Buoni obbligazionari comunali, i Bop, Buoni obbligazionari provinciali e i Bor, Buoni obbligazionari regionari, ma le Province, le Comunità montane e i tanti consorzi di enti locali autorizzati ad emettere titoli obbligazionari sono da anni oggetto di profonde trasformazioni per via legislativa (soppressione inclusa).

Tali titoli hanno una durata non inferiore a cinque anni e possono essere convertibili (o cum warrant) in azioni di società di proprietà dell’emittente (come, ad esempio, le società cd. “municipalizzate”).
Le cedole possono avere frequenza 3, 6 o 12 mesi e varie modalità di remunerazione (a tasso fisso o variabile), ma mai oltre un punto a quella dei titoli di Stato di pari durata ed emessi nel mese precedente.
Previa delibera di ammissione da parte di Borsa Italiana, i Buoni obbligazionari degli enti locali possono essere quotati sul mercato secondario.

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