domenica 6 marzo 2016

Championship Manager 01/02: perché non riesumarlo?



Arsène Wenger l’ha usato a lungo per prepararsi alla ricerca di nuovi talenti. L’Everton ha pagato un bel gruzzoletto per averne una versione da utilizzare in esclusiva molto più ricca di dati di quella in commercio.
Il Vicenza calcio sembrerebbe averlo utilizzato per le sue recenti campagne acquisti. Il Genoa ancora non lo ammette, ma da diversi anni si accaparra alcuni dei migliori talenti a prezzi ragionevoli (e spesso low cost) che scopriamo ogni stagione proprio grazie a questo “assurdo” videogame.
La serie di "Football Manager" è ormai un must per ogni appassionato di calcio e Championship Manager 01/02, la versione CM lanciata nel 2001, nota in Italia come Scudetto, è ancora oggi considerato il miglior capitolo della saga, la versione meglio riuscita in termini di mix tra realtà e virtualità, forse la puntata che ha contribuito più di ogni altra a rendere questo manageriale di calcio il più famoso e venduto al mondo nella sua categoria.
Non è un caso che a distanza di ormai oltre 15 anni dalla sua uscita, e nonostante il rilascio di tante versioni successive molto più appetibili, sia graficamente, sia in termini di interattività, siano in tanti a frequentare i forum online dove si dibatte di questa versione. E da quando, nel 2008, la Eidos Interactive, l’azienda che lo sviluppava, ne ha rilasciato una versione freeware, pare che il volume dei consigli sugli acquisiti, le tattiche e il tipo di marcatura da utilizzare sia addirittura aumentato: grazie agli aggiornamenti del suo enorme database e alla creazione di patch da parte di appassionati dai nomi inverosimili, gli utenti riescono a giocare con lo stesso motore (e stessa “bruttezza” grafica) della versione 01/02 ma con le rose delle squadre aggiornatissime e tanti nuovi talenti (e bidoni) da scoprire, allenare e far esordire in campionato (e tanti bilanci in rosso) .

I punti di forza di questo folle gioco, e di questa riuscitissima versione del 2001, sono d’altronde quelli che creano dipendenza: da un lato, alto realismo tattico, tantissimi campionati e club disponibili ed un immenso ed accurato database creato da tantissimi ricercatori che da tutto il mondo si accingono a segnalare giocatori noti e non; dall’altro, un continuo ripresentarsi di situazioni tipiche di questo sport (e di quelli a squadre, in generale) che mettono a dura prova l’equilibrio in campo e fuori, quali, ad esempio, le lamentele di coloro che non giocano con frequenza e che chiedono, tramite il loro procuratore, di essere ceduti “per  trovare un posto fisso da titolare”, il desiderio dei più bravi di trasferirsi in club più blasonati del vostro, le continue richieste di ritocchi all’ingaggio da parte dei tanti che credono di meritare più di quanto percepito o di essere più importanti per la squadra “di quanto pensi l’allenatore”, le offerte provenienti da altri club intenzionati a soffiarvi quei titolari che ormai sono diventati dei perni fondamentali (anche per l’ambiente), infortuni, turn over, preparazione estiva, allenamenti di gruppo e individuali, interventi chirurgici, terapie e ricoveri vari, amichevoli, tournée estiva, impegni di coppa e recuperi, rapporto con proprietà e media e tanto altro ancora.
Un mix di elementi che rende davvero molto realistico il gioco senza appesantirne la fruibilità, ma costringendovi a pensare da allenatore - manager fin da subito.

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