Le obbligazioni sono titoli di credito rappresentativi di quote del capitale di debito dell’emittente che conferiscono al possessore il diritto alla restituzione, ad una certa scadenza, del capitale versato e a percepire degli interessi periodici in date stabilite.
Per il soggetto emittente si tratta di un ricorso all’indebitamento esterno alternativo a quello dei prestiti bancari. Per l’acquirente una forma di impiego di risorse finanziarie che, a differenza delle azioni, non conferisce la qualità di socio, ma lo status di creditore. In merito all'emissione e al collocamento delle obbligazioni, il legislatore pone diversi limiti e obblighi a seconda che i soggetti emittenti siano quotati in borsa o meno.
Per il soggetto emittente si tratta di un ricorso all’indebitamento esterno alternativo a quello dei prestiti bancari. Per l’acquirente una forma di impiego di risorse finanziarie che, a differenza delle azioni, non conferisce la qualità di socio, ma lo status di creditore. In merito all'emissione e al collocamento delle obbligazioni, il legislatore pone diversi limiti e obblighi a seconda che i soggetti emittenti siano quotati in borsa o meno.
I titoli obbligazionari possono essere emessi sia da soggetti pubblici, come i titoli di Stato, sia da privati (corporate bond).
In virtù di un tessuto produttivo costituito in prevalenza da imprese medio-piccole, da sempre fiancheggiate, almeno nelle zone più industrializzate del paese, dal sistema bancario, e di un debito pubblico molto elevato, in Italia le obbligazioni pubbliche rappresentano la maggioranza del mercato obbligazionario.
Negli anni seguenti l’introduzione dell’euro, i collocamenti ad opera delle società private italiane hanno tuttavia subito una decisa accelerazione, viaggiando ad un ritmo ben superiore alla media europea e recuperando gran parte del tradizionale ritardo rispetto al resto del Vecchio Continente. Ma le principali protagoniste di questo exploit sono state imprese finanziarie.
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