lunedì 21 agosto 2017

Amazon punta ad un maxi polo nella bergamasca

potrebbe essere amazon l'acquirente dell'ex area Eni di Casirate
Amazon sembrerebbe interessata all’ex area Eni di Casirate, nella Bassa bergamasca. A renderlo noto iieri il Giornale di Treviglio, il cui articolo è stato ripreso dalle principali testate locali.
<<Non abbiamo idea di chi sia l’utente finale – ha spiegato il vicesindaco Manuel Calvi al giornale –, ma l’11 agosto, attraverso lo sportello telematico, è arrivata in Comune la richiesta di permesso di costruire da parte di Digitec, il nostro interlocutore. La pratica verrà vagliata nelle prossime settimane dal nostro ufficio Tecnico. Di fatto l’area ex Eni e un zona industriale, bonificata da tempo, e sulla quale nel Pgt è previsto un Piano integrato di intervento. Un insediamento in quella zona lo vediamo positivamente perché non comporta nessun nuovo consumo di suolo agricolo, già particolarmente penalizzato con l’arrivo di Brebemi e della bretella di collegamento. Se dovesse sorgere un polo di Amazon, leader mondiale nel commercio digitale, ritengo sia una cosa positiva per due ragioni: porterà oneri alle casse del Comune e, speriamo, creerà nuova occupazione sul territorio in un periodo che resta ancora segnato dalla crisi economica>>.
Il polo di Amazon dovrebbe nascere sull’ex area industriale dell’Eni di Casirate, terreni dove negli anni ’70 furono installati quattro pozzi per estrarre metano e petrolio.  
Il giacimento, che, ai tempi, non evitò di sollevare scalpore in Italia, ebbe vita breve e nel 1992 i pozzi vennero chiusi. L’area venne poi bonificata e la parte più grossa, 120mila metri quadrati circa, ceduta alla Digitec, la società del gruppo trevigliese Tecnostrade, e da quest'ultima messa sul mercato.
Fino ad ora nessun compratore si era fatto avanti.
Ora, secondo il Giornale di Treviglio, potrebbe diventare un maxi polo di smistamento degli acquisti on line attorno ad un capannone di ultima generazione da 40mila metri quadrati che, a fronte di un investimento di 80 milioni di euro, potrebbe dare vita a 400 posti di lavoro e valorizzare la tanto bistrattata (e cara) Brebemi.  

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