mercoledì 12 ottobre 2016

Facebook per le aziende: come funziona Workplace



Dal primo ottobre Facebook si occupa anche di lavoro.  
Dopo averlo testato per circa due anni con un numero limitato di aziende, il social creata da Mark Zuckerberg questo mese ha fatto esordire online il suo nuovo servizio Workplace, la piattaforma per creare social network aziendali a pagamento.
Il sistema, circolato con il nome di “Facebook at Work” tra la fine del 2014 e i primi mesi dello scorso anno, attraverso strumenti molto simili a quelli utilizzati con il noto sociale network, si propone come alternativa a quelli interni a cui tante aziende fanno ricorso per mettere i dipendenti in contatto tra loro.  
Un segmento social, ricordiamolo, che sta attirando l’attenzione di start-up e big del settore, come ad esempio Slack, nel primo caso, e Microsoft, che, tra le tante novità, sta estendendo le funzionalità di Skype per renderlo più idoneo a gestire le comunicazioni nelle imprese, e Google, per quanto riguarda la condivisione delle applicazioni per preparare documenti e fogli di calcolo tra colleghi, nel secondo.
Come funziona Workplace. Per chi usa abitualmente Facebook (che conta ormai 1,7 miliardi di iscritti), molti servizi di Workplace sono già ampiamente noti. È possibile infatti pubblicare singoli post, lasciare commenti, trasmettere video in diretta, caricare immagini, scrivere in chat di gruppo, partecipare a videoconferenze e visualizzare una sezione Notizie con tutti gli aggiornamenti lasciati dagli altri utenti. Workplace dà anche la possibilità di condividere documenti e file di vario tipo, attività che in tante aziende sono spesso gestite ancora con le tradizionali email.
Il funzionamento di base delle due piattaforme è dunque identico, ma Workplace è limitato alle persone che lavorano in un’azienda, come se quest’ultima avesse un proprio social network.  
Come Facebook, inoltre, permette di estendere la dimensione di ogni social network aziendale senza particolari limiti.

Il servizio è a pagamento ma Facebook, grazie alle tariffe alquanto vantaggiose previste, conta di raccogliere immediati consensi (e tante adesioni) già nei prossimi mesi.  
A differenza dei “specialisti” che hanno acquistato notorietà nel segmento lavoro, con la nuova creatura di casa Zuckerberg l’azienda non paga per ogni account attivato, ma solo per quelli attivi almeno una volta al mese: una soluzione che se per le piccole aziende non dovrebbe comportare chissà quale risparmio, diventa invece vantaggiosa per tutte quelle società con decine di migliaia di utenti.
Così ogni utente attivo al mese costerebbe all’azienda 3 dollari se sono attivi fino a 1.000 utenti, 2 dollari fino a 10mila utenti e infine 1 dollaro oltre tale soglia, a fronte di tariffe praticate dai competitor che vanno dai 15 ai 10 dollari.  
E per coloro che sono iscritti ma poco attivi, Workplace promette nuove soluzioni per incrementare il coinvolgimento di tutti.


Le prime aziende. Nella sua fase di test Workplace è stato adottato dalla Royal Bank of Scotland, che conta oltre 100mila dipendenti, mentre tra gli attuali nuovi clienti figurano Danone, circa 100mila impiegati, la catena di caffetterie Starbucks, quasi 240mila dipendenti, e il noto servizio per le prenotazioni online di alberghi booking.com, che occupa oggi oltre 13mila dipendenti.  
La sfida a Linkedin è partita.

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