venerdì 4 gennaio 2019

I principali attori del mercato dei cambi

Il tasso di cambio è il numero di unità della valuta di uno Stato, o di un’area valutaria, che devono essere scambiate in modo da ottenere un’unità di un’altra valuta di un altro Paese (o di un’altra area monetaria).
Il tasso di cambio di mercato tra due valute è dato dall’incontro tra domanda ed offerta provenienti dai partecipanti al mercato del tasso di cambio della valuta estera.
Il suo valore segue, in estrema sintesi, le dinamiche di domanda ed offerta valevoli per ogni bene o servizio negoziato in economia.

Il mercato Forex coinvolge diversi attori ufficiali e privati ed è operativo per 24 ore su 24, dalla domenica sera (avvio negoziazioni in Estremo Oriente, Australia e Nuova Zelanda) al venerdì notte (chiusura negli Stati Uniti).
I prezzi delle valute, infatti, scorrono senza sosta in concomitanza dell’apertura della piazze finanziarie mondiali.

I principali protagonisti del Forex possono dividersi nelle seguenti categorie:

- banche e broker-dealer che agiscono per conto proprio o per la clientela;
- broker che operano solo per conto della clientela;
- banche centrali.

Banche
e broker-dealer negoziano valute per conto proprio o dei propri clienti per la copertura di posizioni aperte su altri mercati o per fini principalmente speculativi.
I clienti per i quali operano banche e broker-dealer sono società dedite all’export, investitori e speculatori, per conto dei quali per trovare una controparte con cui concludere la transazione desiderata le banche possono rivolgersi o direttamente ad un’altra banca, o ad un broker.
Questi, dal canto loro, non operano per conto proprio, ma mettono in contatto i loro clienti per concludere le transazioni.

Le banche centrali, invece, intervengono sul mercato (come un operatore ordinario) comprando e vendendo valuta per cercare di influenzare il tasso di cambio, calmierarne la volatilità o perseguire gli obiettivi di politica economica prefissati dai governi o dalle istituzioni monetarie centrali come nel caso dell’Eurozona.
Un ruolo questo che in passato, quando il volume delle transazioni sul mercato dei cambi era modesto, si è dimostrato spesso alquanto efficace, nonostante il correlato controllo dell’inflazione e del debito pubblico sia sfuggito sempre più di mano agli organi istituzionali, ma che negli ultimi decenni, data l’esponenziale crescita dei volumi trattati sul Forex, lo è diventato sempre meno, tanto che si è accelerato quel processo di adesione di molti Stati alle aree valutarie ottimali (dollaro Usa, euro e yen) così da avere quello schermo protettivo dalla speculazione e dalla volatilità dei prezzi del mercato (soprattutto delle materie prime e dei beni cosiddetti essenziali) che solo una divisa forte ed ampiamente utilizzata su scala globale può assicurare.

Altri soggetti che operano abitudinariamente sul mercato Forex sono:


- esportatori, che vendono beni all’estero ricevendo pagamenti in valuta straniera che scambieranno con quella in uso nel loro Stato;

- importatori, che acquistano beni da mercato esteri procurandosi valuta straniera per pagarli;

- speculatori, che cercano di cavalcare i movimenti di breve-medio periodo del prezzo delle valute senza interessarsi dei beni relazionati agli scambi delle stesse.
Il riferimento è agli speculatori in senso lato (trader professionisti e occasionali compresi), poiché il termine nello specifico andrebbe correttamente utilizzato per individuare quelle categorie di operatori capaci di influenzare anche i prezzi delle valute (e dei beni o dei titoli, se operanti su altri mercati) movimentando frequentemente notevoli somme di denaro. Un’eventualità, quest’ultima, resa in realtà molto difficile dall’elevato numero delle transazioni su questo mercato;

- arbitraggisti, vale a dire gli specialisti che trattano i diversi prodotti Forex (spot, futures, opzioni ed altri ancora) garantendo l’allineamento dei prezzi.
L’arbitraggista è infatti un soggetto, investitore o trader, che sfrutta i possibili disallineamenti tra i prezzi sul mercato con evidenti fini speculativi.
Le operazioni effettuate da un arbitraggista sono definite arbitraggi e si basano o su contrattazioni su strumenti dello stesso tipo ma con finalità ed obiettivi opposti, ad esempio uno short ed un long sullo stesso titolo, oppure aprendo una posizione su un mercato e chiudendola in un altro mercato, dove lo stesso titolo è quotato, al fine di sfruttare il disallineamento tra i prezzi.
Si possono quindi effettuare operazioni di arbitraggio ogni volta che una stessa attività finanziaria è negoziata su due mercati diversi a prezzi diversi o, nel caso di due attività perfettamente sostituibili tra loro, con identico prezzo.
L’operazione di arbitraggio consente così di ottenere un profitto certo limitando al minimo il rischio, a patto che il guadagno che si ottiene superi i costi di trasferimento del bene da un mercato all’altro.
Il differenziale di prezzo che genera il profitto è una chiara espressione delle asimmetrie informative tra un mercato e un altro (e tra operatori).

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