venerdì 24 giugno 2016

Origini del debito pubblico italiano


Il debito pubblico italiano attuale prende forma già durante il periodo rinascimentale, quando diventa una prassi l’indebitamento delle corti nei confronti di banchieri e istituzioni finanziarie per lo sviluppo dell’apparato pubblico.
Con l’unità d’Italia del 1861 questa modalità di finanziamento degli investimenti centrali viene confermata appieno, rinunciando definitivamente alla raccolta di liquidità attraverso la leva fiscale (tasse) e radicando sempre più il mondo bancario all’interno dell’amministrazione statale, garantendo così, proprio sulla base del rapporto debiti/crediti creatosi, quella stabilità politica della quale ogni creditore ha bisogno per la tutela dei propri investimenti e ogni esecutivo per governare e portare avanti le proprie politiche.   Un intreccio di interessi reciproci che, se da un lato ha favorito lunghi periodi di crescita e pace sociale, alla distanza ha tuttavia allentato qualsiasi forma di “pudore” nel ricorso sconsiderato alle finanze pubbliche per finalità spesso solo forzatamente legate ad obiettivi quali welfare e crescita economica e reso il Paese sempre meno autonomo dal mondo bancario e finanziario e sempre più vulnerabile alla speculazione sul debito sovrano.

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