sabato 20 giugno 2020

Penny Stock: perché investirci?

Per quello che ci siamo detti sulle penny stock, vale la pena investirci?

In effetti, molti dei fattori di rischio menzionati, quali ad esempio il prezzo molto basso e l’alta volatilità di esso, rappresentano anche elementi che possono tradursi in potenziali vantaggi, poiché il guadagno può essere molto più elevato rispetto a quello che è possibile ottenere da un investimento in titoli di aziende a grossa capitalizzazione e dal valore nominale decisamente più alto.

Le penny stock, inoltre, possono rappresentare strumenti di diversificazione del portafoglio e per strategie di breve periodo, adottando le dovute accortezze che il buon senso richiede.

Senza dimenticare che, al di là delle penny stock OTC, esistono anche penny stock all’interno delle borse più note, come, ad esempio, quella di Milano, il NASDAQ o l’AMEX.

Nulla vieta di iniziare con queste, per le quali è facilissimo recuperare informazioni finanziarie sempre aggiornate, analisi tecniche, segnali di trading e tanti altri strumenti di supporto all’elaborazione delle propria strategia.

Per quanto riguarda le accortezze da adottare per fare un trading consapevole con le penny stock OTC, esse non differiscono da quelle richieste per operare con qualsiasi altro investimento, ma bisogna imporsi ancor maggior rigore nell’elaborare le proprie strategie.

Innanzitutto, quando ci si imbatte in un titolo penny occorre analizzare la società emittente.

Una rapida ricerca su google ed un’attenta analisi dell’andamento della gestione e del titolo, del livello d’indebitamento e dell’attività svolta è il minimo da fare. Evitare in primis le aziende che sono a rischio bancarotta, che non hanno un sito costantemente aggiornato e che operano, salvo che si tratti di società di nicchia, in settori in via d’estinzione, è cosa ovvia, ma va ricordato. 

Capita addirittura sui principali listini di non leggere “società in liquidazione” accanto al nome di un titolo quotato perché si va spediti sui grafici dando per scontato tutto il resto, figurarsi al di fuori dalle borse regolamentate quante volte potrebbe accadere di prendere cantonate di questo tipo.

Evitare poi di dare credito ad informazioni provenienti da finti giornali finanziari o da blog che non indicano nemmeno chi sia l’autore del post e, in generale, rispettare le regole basilari per individuare correttamente le fonti online è fondamentale. 

Dovrebbe essere una norma comportamentale essenziale e scontata per chi usa il web per informarsi (e informare), ma non lo è per tanti che condividono e leggono articoli e post che dicono esclusivamente ciò che gli fa piacere sentirsi dire, figurarsi per chi opera in titoli per i quali spesso non vi sono dati essenziali per cercare di individuare potenziali aree di supporto e resistenza e punti di rottura (punti pivot) come possa essere facile cadere in queste trappole pur di appigliarsi a dei valori per lavorare.

Individuate le penny stock, bisogna studiarne la volatilità dei prezzi.

Sia per limitare il rischio e puntare a guadagnare nel breve periodo, sia per evitare di congelare liquidità su un titolo che non si muove quasi per nulla, studiare i movimenti al rialzo e al ribasso è fondamentale.

Come fondamentale è osservarne i volumi di trading.

La liquidità, come la volatilità, è determinante per decidere se può essere conveniente o meno investire su un’azione.

Volumi importanti denotano un interesse diffuso su un titolo: se si decide di venderlo è più facile riuscirci rispetto a titoli che non sono oggetto di grossi scambi.

Non va sottovalutato, ancora, l’impatto che può avere sul movimento di un titolo un “catalizzatore”, vale a dire un evento, un annuncio aziendale, uno scandalo giornalistico o giudiziario, etc.

Come non va dimenticato che un trader deve sempre adottare strategie di “money management”, evitando di investire tutto il capitale disponibile in una sola operazione, a maggior ragione con le penny stock, dove paradossalmente la volatilità dei prezzi potrebbe spingere a dimenticarsene.

Tutte regole figlie del buon senso e dell’analisi del mondo finanziario, alle quali aggiungo anche quella della scelta del broker ottimale, cosa, in realtà, alquanto complicata per operare con questi strumenti.

Le penny stock, ricordiamolo, non sono soggette ad una vera e propria regolamentazione di dettaglio da parte di enti ed organi pubblici, salvo quanto vedremo di seguito, ed è preferibile ricorrere a piattaforme di trading certificate, meglio se sottoposte alle regole MIFID e ai controlli, ad esempio, di CONSOB, CySEC, FCA e, in generale, di una commissione di vigilanza dei mercati.

Ricordiamo che un broker che ottiene la licenza di operare nel mercato di riferimento e nel Paese dove vuole distribuire i suoi servizi da una commissione di vigilanza è definito regolamentato. 

E la regolamentazione certifica che la piattaforma di trading è sicura (“certificata”).


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