domenica 1 dicembre 2019

Fondo salva-Stati: cos’è il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) e come funziona


Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) è un organismo internazionale a carattere regionale nato come fondo monetario europeo per garantire la stabilità finanziaria dell’eurozona.

Istituito con le modifiche apportate all’art. 113 del Trattato di Lisbona deliberate dal Parlamento europeo il 23 marzo 2011 e ratificate dal Consiglio il 25 marzo 2011, è il Fondo salva-Stati cui compete sostenere i Paesi membri che versano in situazioni di crisi e potenziale default in sostituzione del Fondo europeo di stabilità finanziaria e del Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria.

La sua entrata in vigore, prevista inizialmente per la metà del 2013, è stata anticipata dal Consiglio europeo del 9 dicembre 2011 al luglio del 2012 a causa dell’aggravarsi della crisi dei debiti sovrani e il sempre più acutizzarsi del rischio default delle economie periferiche dell’Unione.
Le disponibilità monetarie alla sua entrata in vigore ammontavana a 650 miliardi di euro, compresisi dei quasi 300 miliardi residui dai fondi temporanei istituiti per salvare dall’insolvenza Irlanda e Portogallo.

In realtà, tuttavia, l’attuazione della riforma è rimasta sospesa per quasi due mesi in attesa della pronuncia della corte costituzionale della Germania sulla compatibilità del MES con l’ordinamento tedesco.
Nodo sciolto il 12 settembre 2012 con la richiesta da parte della corte dell’introduzione di alcune limitazioni atte ad eliminare i contrasti tra il nuovo organismo e l’ordinamento costituzionale della locomotiva d’Europa.


Il MES è regolato dalla legislazione internazionale ed ha una propria sede a Lussemburgo.
Per perseguire i propri obiettivi concede prestiti, a tassi fissi o variabili, ai Paesi in difficoltà finanziarie e acquista i loro titoli sul mercato primario secondo condizioni piuttosto rigide.
In casi ben definiti può, inoltre, sancire delle sanzioni agli Stati che non rispettano le scadenze della restituzione e i proventi di queste confluiranno nello stesso fondo.

É previsto, tra l’altro, che in caso di mancato pagamento da parte di un Paese membro del fondo di una qualsiasi parte dell’importo dovuto a titolo di quote da versare esso sarà inibito all’esercizio dei propri diritti di voto per l’intera durata del proprio inadempimento.

Gli Stati membri che ad oggi hanno usufruito del fondo salva Stati europeo sono Cipro, Spagna e Grecia.

Come funziona il MES. Le modalità operative del fondo salva-Stati sono definite all’articolo 3 del suo trattato istitutivo.

Per semplificare la descrizione del funzionamento del MES può essere comodo suddividere la sua azione in tre distinte fasi:

1. lo Stato membro in difficoltà avanza richiesta di assistenza al Presidente del Consiglio dei governatori del fondo;

2. il MES chiede alla Commissione UE di valutare lo stato delle finanze pubbliche del Paese richiedente aiuti e di stabilire il suo fabbisogno finanziario.

In questa fase l’esecutivo comunitario e la BCE (e se necessario il FMI) valutano anche se la crisi Stato richiedente aiuto può contagiare il resto dell’eurozona;

3. dopo la valutazione, nell’arco di circa 7 giorni dalla data di presentazione della richiesta formale di aiuto, l’organo plenario del MES decide, in linea di principio, di agire e aiutare con prestiti il Paese in difficoltà.

Viene così avviato il negoziato della Commissione con lo Stato richiedente, la BCE e, quando coinvolto, il FMI che si traduce in un memorandum d’intesa che specifica i parametri e le condizioni che dovranno essere rispettate.

Le decisioni dovranno essere poi adottate dal Consiglio Ue nel rispetto della procedura dei disavanzi pubblici eccessivi.

Le decisioni del Consiglio vengono prese a maggioranza semplice o qualificata e godono di immunità giudiziaria.

L’organismo raccoglie i fondi per sostenere i membri che ne fanno parte dagli stessi Stati membri e i diritti di voto sono proporzionali alla quota versata da ogni Stato.

Esso emette titoli e strumenti finanziari e, come anticipato, può acquistare titoli di degli Stati dell’area euro sul mercato primario e secondario.
Può anche raggiungere intese o accordi finanziari con istituzioni bancarie e finanziarie private e coinvolgere queste nel fornire aiuti ai Paesi in difficoltà.
Nel caso di insolvenza di uno Stato finanziato nei confronti del MES, questo dovrà essere rimborsato prima dei creditori privati.

L’operato del MES, i membri del personale, i suoi beni e patrimonio, godono dell’immunità giudiziaria nell’interesse dello stesso.
I governatori del fondo, tuttavia, nominano un collegio di revisori esterni indipendente che ha accesso ai libri contabili e alle transazioni dello stesso.
I membri di quest’ultimo sono scelti uno dalla Corte dei Conti Europea e due a rotazione dagli organi di controllo supremo degli Stati membri.

Chi gestisce il fondo? Il MES è gestito da un Consiglio dei Governatori costituito dai ministri delle finanze dell’Eurozona oltre che da un Consiglio d’Amministrazione nominato dai Governatori.

Fanno parte del suo board anche un Direttore Generale, dotato di diritti di voto, il commissario europeo agli Affari economico-monetari e il Presidente della Banca Centrale Europea, questi ultimi due in veste di osservatori.

Le quote di partecipazione. Il criterio di ripartizione delle quote di partecipazione al MES tra ciascun Stato membro, secondo l’articolo 11 del trattato istitutivo dello stesso, è basato sul modello di sottoscrizione del capitale della BCE da parte delle banche centrali nazionali: la quota di partecipazione al MES, nello specifico, è determinata tenendo conto, in pari misura, della popolazione e del Prodotto Interno Lordo dello Stato membro in rapporto alla popolazione e al PIL complessivi degli Stati aderenti al fondo.

La situazione attuale prevede la seguente suddivisione:



Germania
26,96%
Francia
20,24%
Italia
17,79%
Spagna
11,82%
Paesi Bassi
5,67%
Belgio
3,45%
Grecia
2,79%
Austria
2,76%
Portogallo
2,49%
Finlandia
1,78%
Irlanda
1,58%
Slovacchia
0,81%
Slovenia
0,42%
Lituania
0,40%
Lettonia
0,27%
Lussemburgo
0,24%
Cipro
0,19%
Estonia
0,18%
Malta
0,07%

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