Dopo non sarà più così.
Le grandi riforme strutturali avviate in questo decennio e gli avvenimenti internazionali in campo finanziario e speculativo di quello successivo, che metteranno a dura prova la tenuta di molti Stati, stravolgeranno il trend post-bellico.
Il periodo di grande crescita economica aveva ridotto notevolmente il divario dell’Italia dagli altri paesi industrializzati.
Per la prima volta gli impiegati nell’industria avevano superato quelli agricoli.
Il tenore di vita delle famiglie stava migliorando.
Nelle case comparivano le prime televisioni, le lavatrici e i frigoriferi.
Le strade erano invase da Fiat 600 e 500: era partita la cosiddetta motorizzazione di massa, che portò anche un ammodernamento delle infrastrutture viarie.
Lo sviluppo aveva però riguardato soprattutto il Nord, per cui il divario tra nord e sud del paese era ancor più aumentato causando forti flussi migratori interni.
I prodotti italiani erano molto competitivi sui mercati esteri per i prezzi bassi e questo era possibile perché bassi erano anche i salari: gli anni sessanta furono anni di grandi lotte sociali.
La DC di Moro aprì ai socialisti e nel 1963 il “centrismo” cedette al decennio di governi di centro-sinistra.
L’ingresso del partito socialista di Nenni nel governo e le proteste portarono ad importanti riforme come:
- la nazionalizzazione dell’energia elettrica;
- l’istituzione della scuola media unica;
- lo Statuto dei lavoratori, "Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento", con all’art. 18 l’introduzione della giusta causa di licenziamento;
- l’introduzione del divorzio e dell’aborto promossi dai radicali di Marco Pannella e fortemente sostenuti dal movimento femminista;
- il nuovo diritto di famiglia, che sancisce la parità tra i coniugi;
- la riforma Brodolini, legge n. 153 del 1969, sul sistema pensionistico, che sancì, tra le principali novità, il passaggio definitivo dal sistema a capitalizzazione a quello a ripartizione, l’introduzione del metodo retributivo e gli adeguamenti in base ai prezzi.
L’altra grande riforma sarà quella del sistema tributario avvenuta tra il 1973 e il ’74.
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