martedì 16 febbraio 2016

Perché non si spendono i soldi che ci sono?



L’Italia è lo stato meno capace dell’intero vecchio continente nell’impiegare i fondi europei. E non c’entrano nulla la crisi, la Merkel, l’Isis, la Bce o qualsiasi altra figura esterna al Belpaese adoperata come scusante della negligenza e l’incuria dominanti.
Nel solo biennio 2013-2014, dei 47,3 miliardi di euro messi a disposizione dall’ultima tornata di Fondi strutturali (Fondo Sociale Europeo,Fse, che finanzia azioni per l'occupazione, istruzione e formazione, e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Fesr, che sostiene gli investimenti in generale, come gli incentivi alle imprese, ricerca e innovazione, infrastrutture, agenda digitale, energia) sono stati utilizzati, e molto faticosamente (e quanti furbescamente?), solo 35,4 miliardi. Quasi 12 miliardi di euro, 10 dei quali destinati al Sud del paese, sono rimasti inutilizzati o al massimo se ne è discusso a fine 2015, quando la vergogna per questo spreco, inferiore comunque a quello registrato nelle altre sessioni, era ormai già bella e servita.
Sono notizie che si leggono da 16/17 anni, non sconvolgono più nessuno, ma il popolino sembra interessato sempre e comunque alle 'mancette'. Come se i soldi, quelli veri, facciano schifo.
Si arriva, infatti, a credere che gli ambiti 37 euro destinati ad ogni singolo profugo accolto nel nostro paese (34 alla struttura che lo accoglie e 3 al 'fuggitivo'), provenienti da un apposito fondo UE per l'immigrazione, vengano sottratti agli italiani, si parla a sproposito di pensioni per fingersi interessati al proprio paese, si chiede, giustamente, ai rappresentanti politici di ridursi compensi e privilegi, ma questa grande vergogna tipicamente italiana dei fondi restituiti (Campania, la regione dove sono nato e cresciuto, quasi sempre al primo posto per mancato utilizzo) passa sistematicamente in secondo (e poi al terzo, quarto, etc.) piano.

Perché tanta propaganda e disinformazione fatta di bufale e odio profondo? Semplice, perché si è tifosi, non elettori, si ha una concezione della politica intesa come ‘l’amico a cui chiedere il piacere e la raccomandazione’, e non si ha il coraggio di fare pressioni sugli eletti costringendoli a lavorare sul serio.
Perché le opposizioni non fanno mai un'adeguata e costante informazione su ciò? Ovvio, perché se si affermassero nelle elezioni in ambito locale e nazionale dovrebbero poi presentare dei progetti di sviluppo e crescita per la cui gestione non basterebbero le chiacchiere e la mera diffusione di odio e intolleranza.
È perché non si vogliono spendere tutti questi soldi per creare sviluppo e occupazione?
Banale la risposta: perché le persone, avendo un lavoro e vivendo con più dignità, sarebbero meno schiavi della politica di basso profilo e delle mafie.
Perché si creerebbero piccoli indotti duraturi e produttivi, si uscirebbe dalla trappola dell’assistenzialismo e dell’autocommiserazione, si eviterebbe di chiudere scuole e Asl, arriverebbero tanti contributi nelle casse degli enti previdenziali da consentirci di mantenere in vita un sistema pensionistico croce e delizia di questa bellissima, ma ambigua, penisola.
Si darebbe qualche piccolo fastidio ai maggiori depositari degli interessi costituiti sul territorio di riferimento, a quelle imprese decotte e a quelle cosche che vi pascolano senza mai subire, le prime, una vera e propria concorrenza di nuovi soggetti economici e, le seconde, un’incisiva azione di contrasto da parte delle istituzioni.
Scomparirebbe, in estrema sintesi, quel feudalesimo che soltanto sulla carta non esiste più e che degenera quotidianamente in baronaggio e sfruttamento della miseria e della precarietà altrui.

I fondi Ue non spesi rappresentano uno dei principali esempi del perché in tanti non credono, e forse non hanno mai creduto, nella politica degli slogan e dei sondaggi, nella dialettica maggioranza/opposizione basata soprattutto su squallidi calcoli parlamentari finalizzati unicamente ad un tornaconto elettorale di brevissimo periodo, nei Renzi e negli anti-Renzi e, soprattutto, in un'intera classe dirigente che fa becera speculazione sulla testa delle persone.

Entrando nel dettaglio delle risorse versate dall’Unione europea e le somme accreditate a ciascun Stato membro tra il 2007 e il 2013 (dati Cgia di Mestre), il principale contributore è stato la Germania, con 83,5 miliardi, seguita da Regno Unito (48,8), Francia (46,5) e Italia (37,8).
In termini di dato pro-capite, invece, il contributo maggiore arriva dal Belgio, con 1.714 euro, dietro il quale ci sono i Paesi Bassi (1.569), la Danimarca (1.346), la Svezia (1.195), la Germania (1.034), il Lussemburgo (997), il Regno Unito (759), la Francia (707), la Finlandia (689), l’Austria (674), l’Italia (623) e Cipro (197).
Gli altri Paesi, invece, hanno ottenuto più di quanto versato, come gli spagnoli (355 euro pro-capite), i polacchi (1.522), i portoghesi (2.100) e i greci (2.960). 

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