Se con la crisi si è configurato un mercato del credito al consumo molto diverso da quello antecedente la sua esplosione, nel 2016 e nella prima parte di quest’anno la ripresa del credito alle famiglie si è decisamente consolidata, con conseguente ritorno dei volumi ai livelli pre-crisi.
A spingere la domanda, si apprende dall’Osservatorio sul credito al dettaglio di Giugno 2017 a cura di Assofin, Crif e Prometeia, “un quadro macroeconomico più favorevole” e “tassi di interesse ancora su livelli minimi”, “mentre l’offerta ha beneficiato delle buone condizioni di funding garantite dalla politica monetaria ancora espansiva”.
A far segnare una decisa ripresa delle erogazioni, soprattutto in termini di volumi, tagli medi e durate, è stata quella degli acquisti delle famiglie in beni durevoli (auto/moto) e dei prestiti personali, anche se la crescita ha riguardato tutte le tipologie di finanziamenti. E, pur ribadendosi l’importanza della multicanalità nella distribuzione del credito, gran parte del ritorno del mercato del credito ai livelli ante-recessione è passata per i canali tradizionali, come gli sportelli bancari e i punti vendita convenzionati, mentre il peso del canale online, anch’esso in crescita, è rimasto marginale.
Anche i flussi di mutui immobiliari hanno fatto segnare nello stesso periodo una crescita a doppia cifra: a guidare l’incremento soprattutto i mutui per l’acquisto della prima casa, il cui trend ha ricalcato l’andamento delle compravendite immobiliari residenziali, mentre, dopo tre anni di continuo exploit, i mutui per la surroga hanno, invece, registrano una brusca frenata, anche se le famiglie, al fine di contenere l’importo della rata mensile,” hanno fatto ancora ricorso alla rinegoziazione del mutuo in essere con la banca erogante”.
Anche il rischio di credito, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, è migliorato, posizionandosi ai livelli pre-crisi grazie, principalmente, “al consolidamento della ripresa economica, al proseguimento della politica monetaria espansiva e alla maggiore cautela della domanda”. “Il tasso di default – si legge nell'analisi Assofin-Crif-Prometeia - si è ridotto sia per i prestiti al consumo che per i mutui immobiliari”.
Prospettive. “Il mercato del credito si rafforzerà nei prossimi anni grazie alle prospettive di ulteriore miglioramento della domanda e a politiche di offerta ancora espansive. Il graduale miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, restituendo fiducia sulle prospettive future, favorirà la riconsiderazione dei piani di acquisto di beni durevoli e investimenti immobiliari rinviati negli anni di crisi, aumentando così il ricorso al credito. Il miglioramento della domanda si accompagnerà a politiche di offerta ancora espansive”, anche se elementi di incertezza quali il contesto macroeconomico, la politica nazionale e la gestione degli NPL accumulati durante la crisi, “potrebbero rallentare la crescita del mercato”.
“Gli operatori – conclude il documento - dovranno attivare strategie per rispondere ai vincoli della regolamentazione, all’esigenza di recupero della redditività e alla trasformazione del modello di servizio. La capacità dei singoli di cogliere i cambiamenti dei bisogni di alcune fasce di clientela e di modificare le modalità di relazione e contatto favorirà la crescita del mercato. Il recupero di redditività del business passerà per la riduzione dei costi e per la revisione del modello di servizio con meno dipendenti e filiali e una maggiore intermediazione su canali virtuali”.
A spingere la domanda, si apprende dall’Osservatorio sul credito al dettaglio di Giugno 2017 a cura di Assofin, Crif e Prometeia, “un quadro macroeconomico più favorevole” e “tassi di interesse ancora su livelli minimi”, “mentre l’offerta ha beneficiato delle buone condizioni di funding garantite dalla politica monetaria ancora espansiva”.
A far segnare una decisa ripresa delle erogazioni, soprattutto in termini di volumi, tagli medi e durate, è stata quella degli acquisti delle famiglie in beni durevoli (auto/moto) e dei prestiti personali, anche se la crescita ha riguardato tutte le tipologie di finanziamenti. E, pur ribadendosi l’importanza della multicanalità nella distribuzione del credito, gran parte del ritorno del mercato del credito ai livelli ante-recessione è passata per i canali tradizionali, come gli sportelli bancari e i punti vendita convenzionati, mentre il peso del canale online, anch’esso in crescita, è rimasto marginale.
Anche i flussi di mutui immobiliari hanno fatto segnare nello stesso periodo una crescita a doppia cifra: a guidare l’incremento soprattutto i mutui per l’acquisto della prima casa, il cui trend ha ricalcato l’andamento delle compravendite immobiliari residenziali, mentre, dopo tre anni di continuo exploit, i mutui per la surroga hanno, invece, registrano una brusca frenata, anche se le famiglie, al fine di contenere l’importo della rata mensile,” hanno fatto ancora ricorso alla rinegoziazione del mutuo in essere con la banca erogante”.
Anche il rischio di credito, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, è migliorato, posizionandosi ai livelli pre-crisi grazie, principalmente, “al consolidamento della ripresa economica, al proseguimento della politica monetaria espansiva e alla maggiore cautela della domanda”. “Il tasso di default – si legge nell'analisi Assofin-Crif-Prometeia - si è ridotto sia per i prestiti al consumo che per i mutui immobiliari”.
Prospettive. “Il mercato del credito si rafforzerà nei prossimi anni grazie alle prospettive di ulteriore miglioramento della domanda e a politiche di offerta ancora espansive. Il graduale miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, restituendo fiducia sulle prospettive future, favorirà la riconsiderazione dei piani di acquisto di beni durevoli e investimenti immobiliari rinviati negli anni di crisi, aumentando così il ricorso al credito. Il miglioramento della domanda si accompagnerà a politiche di offerta ancora espansive”, anche se elementi di incertezza quali il contesto macroeconomico, la politica nazionale e la gestione degli NPL accumulati durante la crisi, “potrebbero rallentare la crescita del mercato”.
“Gli operatori – conclude il documento - dovranno attivare strategie per rispondere ai vincoli della regolamentazione, all’esigenza di recupero della redditività e alla trasformazione del modello di servizio. La capacità dei singoli di cogliere i cambiamenti dei bisogni di alcune fasce di clientela e di modificare le modalità di relazione e contatto favorirà la crescita del mercato. Il recupero di redditività del business passerà per la riduzione dei costi e per la revisione del modello di servizio con meno dipendenti e filiali e una maggiore intermediazione su canali virtuali”.
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